Motta e la Juve, cosa serve per chiudere: i retroscena del contratto

Il club ha proposto 3,5 netti all’anno per tre stagioni, più 1,5 allo staff. Presto vedrà Giuntoli
Giorgio Marota
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Ci vorrebbero 1,5 milioni di euro per azzerare con uno schiocco di dita i duemila km di distanza tra casa Giuntoli, a Torino, e il “buen retiro” di Motta, a Lisbona. Il prescelto del direttore tecnico alla successione di Allegri non ha ancora firmato il contratto di tre anni che lo legherebbe alla Juve dopo l’addio al Bologna. Esiste un patto ma non è ancora nero su bianco perché l’incontro risolutore vis-à-vis tra allenatore e dirigente non è ancora avvenuto: sarà decisivo per limare quegli aspetti contrattuali che grazie alla stima reciproca potrebbero risolversi anche in fretta, ma che dettagli non sono perché spostano la bilancia economica dell’affare: Thiago ha chiesto 5 milioni netti a stagione per allenare la Juve, più del doppio di quanto guadagnava sulla panchina rossoblù, poi vorrebbe che fossero garantiti altri 1,5 milioni al suo staff; sono i suoi fedelissimi, quasi tutti legati dai tempi delle giovanili del Psg: il vice Hugeux, l’uomo della video-analisi Garcia, cognato di Motta, il match analyst Colasante, il preparatore atletico Colinet e i preparatori dei portieri Dossou-yovo e Lozano. 

Trattativa Juve-Motta

La società non vorrebbe spingersi a certe cifre e preferirebbe chiudere a 5 milioni netti, cioè 9 lordi, per l’intero pacchetto: Thiago più tutta la compagnia. Insomma, ballano quasi 3 milioni (tasse incluse) tra richiesta e offerta, che fino al 2027 fanno nove milioni. Un gruzzoletto mica da poco per un club che sta cercando risorse un po’ ovunque per poter acquistare più di un titolare (almeno uno per reparto) sul mercato; nelle intenzioni della Juve, quei soldi potrebbero essere dirottati per coprire quasi l’intero stipendio annuale di Rabiot, per il quale c’è la solita e serratissima trattativa con lady Veronique, la madre-agente del francese.  
È una questione di filosofia e aspettative, dopotutto: quello che viene proposto a Motta è un ingaggio da “nuova Juve” - intesa come struttura che punta a combinare i desideri di grandezza con la sostenibilità a medio-lungo termine e la riduzione del monte ingaggi - ma il fascino della Vecchia Signora resiste al tempo e chiunque si avvicini alla Continassa finisce per bussare al portone con pretese alte.

Thiago Motta a Lisbona

Nel frattempo, Thiago è in vacanza; forse ha intuito per primo che questo rebus non fosse risolvibile in un paio di giorni. E così, mentre Giuntoli ha riportato la controproposta all’ad Scanavino, l’uomo dei conti, l’italobrasiliano ha staccato la spina dalle tensioni del calcio giocato cominciando a mettere sulla bilancia del destino pro e contro delle varie valutazioni.  
Lo sta facendo nelle condizioni probabilmente migliori, cioè in sella a una meravigliosa Harley Davidson insieme alla moglie Angela: alla luce di questo stallo, che sia Thiago sia la Juve considerano risolvibile, l’allenatore ha preferito partire per un viaggio in moto on the road. L’itinerario è stato rispettato: prima la sosta nel sud della Francia, poi il giro a Barcellona per andare a trovare papà e fratello, dopo un passaggio per Madrid e infine Lisbona, dove la coppia è arrivata ieri; da qui, guidando per un’altra oretta, si raggiunge Cascais, la città di mare in cui risiede Angela insieme alle figlie. Proprio a Lisbona, e non a Torino, quindi lontano da occhi indiscreti, potrebbe svolgersi nei prossimi giorni l’atteso summit con Giuntoli. Potrebbe essere proprio la società a fare un blitz da Motta, nel tentativo di appianare qualsiasi ostacolo. Soltanto allora il patto potrà trasformarsi in contratto. 


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