Juve, Montero già da record: tutto in sei giorni

L’ex difensore è il 50° tecnico della storia del club: dall’Under 19 a un sogno che durerà due gare
Giorgio Marota
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TORINO - Paolo Montero detto Pablo, voce del verbo presente, senza futuro né sorprese: è lui il nuovo allenatore della Juve, qui e ora. Fino al 26 maggio, almeno. Poi tutte le strade sembrano portare verso Thiago Motta, il prossimo avversario in campionato. Sono gli strani intrecci del destino dopo l’esonero di Allegri. E quindi, Montero. L’uomo che Ancelotti definì «un galeotto mancato, ma con un suo codice d’onore» e Lippi «un kamikaze del contrasto» Lo ricordate? Quello tosto, dal carattere spigoloso, duro nei modi e pure negli interventi, recordman di espulsioni in Serie A (ben 16 rossi), dispensatore di scivolate e colpi anche proibiti. Amatissimo dai suoi tifosi e odiatissimo dagli avversari.  

La storia del Montero allenatore

Oggi fa l’allenatore e un po’ come ai tempi in cui indossava gli scarpini, ha preferito fare la gavetta prima di arrivare in alto: le giovanili del Peñarol di Montevideo, la sua città natale, poi la squadra dei grandi, il Boca Unidos, il Colon, il Rosario Central, il nuovo approccio al calcio italiano con la Sambenedettese, infine di nuovo in Argentina al San Lorenzo e il ritorno a casa, a Vinovo, per allenare l’Under 19 e prendersi carico dell’ultimo step di crescita del vivaio bianconero prima del salto nella NextGen. Le sue idee hanno contribuito a plasmare i talenti di Huijsen, Hasa, Nonge e Yildiz. 

L'ultima in Under e il futuro

Ieri Montero ha guidato la squadra a Ferentino, contro il Frosinone già retrocesso (0-0), guardando però la gara dalla tribuna attaccato alla rete di protezione del campo come farebbe un ultras. L’uruguaiano era infatti squalificato a causa dell’espulsione per proteste ricevuta domenica scorsa nell’ultima in casa con il Monza e proprio per questa ragione la Juve non ha annunciato la sua promozione in prima squadra contestualmente all’addio di Allegri; se lo avesse fatto, Montero avrebbe dovuto scontare la squalifica della Lega a Bologna. Dove ripartirà dalla difesa a tre, con lo stesso modulo di Max. Il comunicato della Signora arriverà oggi. La sua Under 19, comunque, ha chiuso il campionato Primavera al 12° posto con 41 punti, completando l’ennesima annata con una rosa per gran parte fatta di Under 17 e Under 18, pagando qualcosa in termini di risultati ma rimanendo sotto età rispetto alle competitor per guadagnare un biennio nel percorso di crescita e far giocare i diciannovenni e ventenni già in Serie C. Categoria che dalla prossima stagione potrebbe appartenergli, se l’attuale tecnico Brambilla dovesse salutare. 

I sei giorni di Montero

Dall’esordio al Dall’Ara all’ultima partita di questo brevissimo ciclo per completare la missione del 3° posto, Juve-Monza, passeranno solo 6 giorni. Una volta l’avrebbero chiamato traghettatore: un caronte di anime perdute, da condurre al di là del fiume. Due partite, 180 minuti più recuperi, nei quali l’allenatore proverà a godersi le poche emozioni che restano di questa stagione. L’ultimo a ricevere un incarico così breve fu Giancarlo Corradini, ex vice di Capello che rimase a Torino pure con la retrocessione in Serie B dopo Calciopoli, prendendo le redini della squadra in seguito alla dimissioni di Deschamps a promozione in A acquisita, il 29 maggio 2007, rimediando due sconfitte contro Bari e Spezia. Il destino serve a Montero una possibilità d’oro, anche senza la prospettiva di giocarsi la conferma; e per ricordargli di averci messo lo zampino fa cambiare la sua vita dopo Atalanta-Juve, le due squadre che ha difeso in A e che dopo essersi incontrate nella finale di Coppa Italia hanno determinato la sua inaspettata promozione.

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