Tutti pazzi per Allegri

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Ivan Zazzaroni
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Il complimento più bello e sorprendente a Massimiliano Allegri l’ha fatto, dopo appena dieci giornate, ma in alcuni casi anche prima, il mondo dell’informazione sportiva - in particolare i tanti detrattori del livornese -, oltre a qualche astuto dirigente e a un paio di tecnici. Secondo i teorici della Juve favorita, Allegri sarebbe, è in grado di vincere il campionato e quindi di recuperare i 18 punti che a giugno lo divisero dal Napoli, con una squadra che ha - sì - il vantaggio non quantificabile dell’assenza dalle coppe, ma che, al tempo stesso, in pochi mesi ha perso per varie ragioni Di Maria, Cuadrado, Pogba, Fagioli, Soulé, Bonucci e ci metto pure Barrenechea - Weah e Cambiaso gli ingressi.
Dev’essere proprio un fenomeno (involontario, naturalmente) il vecchio Max, che da quando è tornato a Torino ha mantenuto inviolata la porta in ben 40 occasioni (fase difensiva più Szczesny o Perin o soltanto culo?) e che ora può battersi addirittura con l’Inter vicecampione d’Europa; Inter che - non posso tirarmi indietro - continuo a ritenere inferiore a quella dello scorso anno ma che se li sta mangiando tutti (bravissimo Simone, 25 punti su 30).
La griglia di metà agosto non la modifico in base ai risultati di questi primi due mesi e mezzo. Sottolineo tuttavia qualche piccolo cambiamento, peraltro influente: il Napoli resta Verstappen ma - al momento - guida la Ferrari di Sainz. La Red Bull è finita nelle mani di Hamilton, mentre il Milan è Perez e la Juve Leclerc, anche per affinità aziendali. Lazio, Atalanta e Roma erano e restano in terza fila, dal quinto al settimo posto: effetti del mercato. Ha guadagnato alcune posizioni la Fiorentina che gli acquisti non li ha sbagliati.
Salvo rare eccezioni (Udinese-Juve, Juve-Lazio e Juve-Verona), il gioco di Allegri continua a non piacere agli esteti, ovvero a quelli che - al di là delle riconosciute, indiscutibili capacità di Guardiola e Klopp - trascurano volutamente la presenza nel City e nel Liverpool di almeno dieci, dodici tra i primi venticinque fuoriclasse del calcio mondiale.
Considerato una sorta di Trapattoni del Terzo Millennio, Allegri ha il difetto di pensare solo a fare punti con le risorse di cui dispone: quando lavorava con Buffon, Ronaldo, Chiellini, Bonucci, Marchisio, Mandzukic, Dani Alves e Higuaìn, faticava molto meno; con Alex Sandro, Miretti, Locatelli, Gatti, Weah e Kostic, è condannato a vincere la naturale pigrizia. Altro luogo comune facilmente smontabile è quello che lo vuole incapace di migliorare i calciatori: il Kean attuale e il Chiesa avvicinato alla porta, oltre a Rabiot (possono bastare?), non li vedo peggiorati. E non parlatemi di monte stipendi, disponibilità della proprietà o altre cazzate: vi riporto al Napoli di Spalletti, alla Lazio seconda e al Milan scudetto di due anni fa: arrivavano da sotto il monte.
PS. Invariata anche la formuletta di settembre: se Max si piazza quinto ha fallito; se quarto, ha fatto il suo; terzo e ha fatto bene, secondo benissimo. Primo, santo subito.


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