Juve, la frenata del gol: a Bergamo solo tre tiri nello specchio

Con Fede e Vlahovic l’attacco va alla grande: più reti del previsto, ma se mancano Dusan e Milik si fa fatica
Juve, la frenata del gol: a Bergamo solo tre tiri nello specchio© ANSA
Filippo Bonsignore
4 min

Senza gol, è poca Juve. Il pareggio in casa dell’Atalanta l’ha detto chiaramente: il punto ha soddisfatto Massimiliano Allegri perché mantiene i bianconeri nelle zone di vertice, in piena corsa per la Champions League, ma il modo in cui è arrivato non passerà certo agli annali. La Signora ha fatto un passo indietro rispetto al convincente inizio di campionato, segnato dalla coppia Vlahovic-Chiesa, capace di confezionare otto gol (quattro a testa) nelle prime cinque partite. E non è un caso che proprio quando il tandem è stato separato per cause di forza maggiore sia arrivata la frenata. Contro il Lecce, con Dusan inizialmente in panchina a rifiatare e impiegato soltanto nel finale, ci aveva pensato Milik a firmare il gol da tre punti mentre contro la Dea le cose sono andate decisamente peggio. Senza il serbo e il polacco, rimasti a casa per infortunio, la Juve ha fatto segnare il primo zero stagionale alla voce gol realizzati. A Bergamo è toccato a Chiesa e Kean, che non sono riusciti però a fare la differenza. I bianconeri sono tornati all’antico a livello di atteggiamento, più conservativo alla ricerca del punto che propositivo a caccia della vittoria; la manovra è stata più orizzontale che verticale e tesa al rifornimento delle punte, così la gara ha prodotto le statistiche peggiori a livello offensivo di questa prima porzione di campionato. Riassunto: 5 tiri in porta, 3 nello specchio, di Fagioli, Kean e Chiesa, e un indice di “expected goals” - ovvero il dato che misura la probabilità di un tiro di diventare un gol - pari a 0,17.

Juventus, i numeri da inizio stagione

Una pericolosità davvero ridotta, insomma, che è lo specchio del piano partita disegnato da Allegri e che è, al tempo stesso, un po’ in controtendenza rispetto a quanto fatto nelle precedenti giornate. Nei primi 5 turni, infatti, sono arrivati 11 dei 12 gol totali; solo uno, invece, nelle ultime due partite. In generale, la Juve ha segnato di più (12 reti) di quanto atteso (10,53) ma i più alti “expected goals” sono concentrati nelle vittorie più rotonde e convincenti su Empoli (2,69) e Lazio (2,39). In occasione dei passi falsi con Bologna e Sassuolo, l’indice è sceso: 0,83, con soltanto tre tiri nello specchio, contro i rossoblù; 1,16, con due soli tiri nello specchio, nella sconfitta contro i neroverdi. Nel complesso la Juve ha tirato finora 93 volte in sette gare, una media di 13,3 a partita, con due eccezioni: 9 contro l’Udinese ma con 3 gol segnati su 4 tiri nello specchio, e 5 contro l’Atalanta. Le conclusioni in porta sono state invece 29 in tutto, 4,1 a match; anche in questo caso tre volte i bianconeri sono stati sotto la media: 3 contro il Bologna, 2 con il Sassuolo (ma con due gol fatti) e appunto contro l’Atalanta.

Milik-Vlahovic, le condizioni

Come tornare alle buone abitudini? Sicuramente ritrovando l’atteggiamento giusto, offensivo, propositivo, teso al dominio del gioco che i bianconeri hanno mostrato come novità nell’avvio di stagione. Ma fondamentale, naturalmente, sarà ritrovare in piena salute i protagonisti: Vlahovic, innanzitutto, frenato nell’ultimo periodo dal mal di schiena, e Milik, reduce da un problema a un polpaccio. Dusan resta ancora in dubbio per il derby mentre Arek ha chance più corpose di tornare a disposizione.


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