Il piano Juve: come arrivare in vetta dopo tre anni

Al Mapei c’è un altro duro esame per i bianconeri: il tecnico e la squadra pronti a raggiungere un primo traguardo dal sapore speciale
Filippo Bonsignore
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TORINO - Max re per una notte. Sì, la voglia è proprio questa: Allegri e la Juve intendono tornare lassù, davanti a tutti, anche solo per qualche ora, per vedere l'effetto che fa e per mandare un messaggio chiaro al campionato. Tre punti oggi in casa del Sassuolo permetterebbero infatti ai bianconeri di scavalcare l'Inter e andare a dormire in testa alla classifica in attesa della risposta dei nerazzurri di domani ad Empoli. «È uno stimolo, dobbiamo desiderare il fatto di vincere, dobbiamo desiderare di arrivare tra le prime quattro» ammette il tecnico. D'altra parte, per ritrovare la Juve in vetta da sola bisogna riavvolgere il nastro e tornare all’1 agosto 2020: era il giorno della festa per il nono scudetto consecutivo, con Maurizio Sarri in panchina. Da quel giorno, la Signora in vetta c’è stata al massimo in compagnia, prima che iniziasse il lento declino culminato nelle ultime due stagioni senza titoli. Sono passati 1.148 giorni e ora l’intento è di tornarvi. Guai però a volare troppo con la fantasia , il leit motiv di Allegri resta sempre lo stesso: spegnere i facili entusiasmi . «Bisogna alzare le antenne, c’è troppa euforia in giro, che è una cosa bella ma ci toglie energia e attenzione - riflette -. Dobbiamo fare una partita di grande attenzione, fisicità, tecnica. Venire via con un risultato positivo sarebbe comunque molto importante...». Una minima concessione c'è, ma minima, appunto. Max ammette il peso di un successo ma non va oltre, fermo nella convinzione di non dover cedere alle troppe lusinghe. «La forza di una squadra, di una società, è quella di avere equilibrio - ribadisce -. I risultati si ottengono così. Una vittoria o un pareggio non ci devono spostare: i campionati non si vincono e non si perdono in una partita. Ne mancano ancora 34, ci vuole molta pazienza». Altro concetto già espresso e riproposto: «Ci sono squadre più attrezzate, noi dobbiamo combattere contro queste squadre con entusiasmo, voglia e determinazione. La strada intrapresa sarà giusta se arriveremo in fondo e avremo raggiunto l’obiettivo. Se non arriveremo tra le prime quattro, non avremo fatto un buon lavoro».

Vantaggio?

La parola scudetto non è nel suo vocabolario, almeno pubblicamente. I 10 punti su 12 finora conquistati, il ruolo di prima antagonista dell'Inter fotografato dalla classifica e soprattutto la prova di forza contro la Lazio hanno gasato l'ambiente che già sogna qualcosa in più del traguardo minimo del quarto posto, specie perc hé si può sfruttare il vantaggio di non giocare le coppe. «Non so se sarà un vantaggio - argomenta il tecnico - noi dobbiamo pensare che l’anno prossimo la Juve dovrà giocare in Champions, perché sarà un vantaggio tecnico ed economico per la società. E non sarà facile entrare tra le prime quattro perché Inter, Milan e Napoli sono un passo sopra le altre». Max non vuole regalare illusioni ma soltanto concretezza, per questo ammonisce: «Bisogna rimanere con i piedi per terra e non volare». E ancora: «Avremo perso in esperienza quest’anno ma avremo acquistato in entusiasmo e dinamismo, di tutti i giocatori. Dobbiamo sapere che dovremo correre più degli altri, dovremo andare molto forte e fare quei risultati che permettano alla squadra di crescere in autostima e consolidarsi nelle prime quattro posizioni. Ecco perché questa euforia, questo entusiasmo vanno tenuti a bada, altrimenti ci faremo del male. Dobbiamo stare molto calmi; la troppa positività abbassa l'energia». In ogni caso, Allegri di una cosa è sicuro: «Per come è strutturata questa squadra avrà sicuramente un futuro, con tanti italiani e tanti giovani. La Juve ha una rosa che nei prossimi anni potrà togliersi delle soddisfazioni». Un passo alla volta, appunto. Meglio se tornando re per una notte, 1.148 giorni dopo.


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