Mauro esclusivo sulla Juve: "Allegri ha la rosa per provare a vincere"

"L'Inter un gradino sopra tutte ma dipende tutto da Max". Su Vlahovic e Chiesa...
Mauro esclusivo sulla Juve: "Allegri ha la rosa per provare a vincere"© ANSA
Giorgio Coluccia
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Appena due volti nuovi, Weah e Cambiaso, oltre al vantaggio di non giocare le coppe europee rispetto alla concorrenza e alla macchia con il Bologna che ha sporcato l’inizio del campionato. Presente e futuro si accavallano nella nuova stagione della Juve di Allegri, che lo stesso tecnico nella rincorsa allo scudetto ha messo in seconda fila rispetto a Inter, Milan e Napoli. Un parere diverso da quello dell’ex Massimo Mauro, pronto a dare fiducia ai bianconeri in chiave campionato. 

I bianconeri partono al fianco delle tre grandi pretendenti allo scudetto? 
«L’Inter la metterei un gradino sopra rispetto a tutte le altre, avendo qualcosa in più in termini di organico. La Juve con quella rosa può e deve lottare per lo scudetto. Sarebbe grave se giocasse male come l’anno scorso. Dalle prime tre partite il copione sembra diverso e sembra quello ideale per provare a vincere o almeno per invogliare i tifosi a tornare allo stadio». 
 
Dopo la sosta niente ciclo terribile di partite ogni tre giorni. Come sfruttare questo vantaggio? 
«Bisogna approfittarne per lavorare, per migliorare il gioco. Il fatto di non partecipare alle coppe dovrà dare ai giocatori un carattere diverso mentre delle critiche non ci si può lamentare, perché una squadra come la Juve è sulla bocca di tutti ogni giorno e i giocatori devono reggere le pressioni. Non vanno dimenticate, infine, le caratteristiche della squadra, che non si imporrà mai per non far giocare l’avversario o per giocare come il Manchester City». 
 
Si aspettava anche lei almeno un colpo alla Giuntoli nel debutto sul mercato? 
«No, perché lui non è un mago e prima di comprare bisognava vendere. Adesso tocca ai giocatori dare di più. In un altro contesto la Juve avrebbe fatto bene a cambiare molto rispetto all’anno scorso, ma quanto accaduto nei mesi passati è stato un impedimento sia per programmare e sia per spendere». 

Quanto pesano invece le responsabilità future sulle spalle di Allegri? 
«Adesso tutto è nelle sue mani. Diventa una questione di gioco, di identità da costruire per ritrovare la voglia di vincere. Dovrà spronare i giocatori a dare qualcosa in più, soprattutto a chi è in squadra da più tempo e deve ritrovare gli stimoli adatti. Anche questa scommessa dipende molto dall’allenatore». 
 
Passando ai singoli, come Vlahovic può fare un salto in più? 
«Gli serve più leggerezza, deve fidarsi più del suo istinto. Ha qualità meravigliose, ma deve capire che la partita non è una guerra. Se sei contratto o nervoso non gestisci bene il pallone. Ha bisogno di scioltezza nei muscoli e nell’animo. Ha reazioni troppo nervose rispetto a quello che succede in campo, anche quando di tratta di cose buone». 
 
Chiesa può fare più gol e ripercorrere le orme di Henry? 
«Le assonanze ci sono, io ci credo ripensando a quello che ha fatto il francese passando da esterno a punta. Se Allegri lo porta a 15-20 gol stagionali fa qualcosa di eccezionale. Lui però deve giocare più da attaccante, in maniera più furba, senza partire così da lontano e puntando sui movimenti. Prendendo il pallone sulla corsa e non sui piedi». 

Per Pogba può esserci un vero futuro? 
«Io non l’avrei mai ripreso. Al 100% sarebbe fondamentale, ma negli spezzoni che fa si capisce perché può fare solo venti o trenta minuti. Le sue gambe non sono quelle di qualche anno fa, così su di lui non può fare affidamento oltre un minutaggio limitato».

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