Attaccante esterno, seconda punta, prima punta, il cammino di Federico Chiesa verso la parte migliore e definitiva di se stesso è già a buon punto. Paulo Sousa lo scoprì fra i ragazzini della Fiorentina e lo battezzò: «Giocherà tanto questo ragazzo, perché è forte, molto forte». Nel campionato 2016-17 lo fece debuttare in Serie A e diventò subito titolare. Aveva appena 18 anni. Tre gol in quella stagione. E’ cresciuto con Pioli, sempre a Firenze, 6 gol. Poi altri 6 con Pioli e Montella, infine 10 reti che rappresentano il suo record, con Montella e Iachini. Giocava ala e segnava. Aveva un difetto che Allegri ha piano piano limato: abbassava la testa e partiva come un toro infuriato, senza pensare che il campo non era un’arena e che la partita non era una corrida. Giocava spesso per conto suo, aveva difficoltà a legare col gioco, ad associarsi alla squadra. E ancora più spesso sbagliava scelta: tirava quando doveva crossare, crossava quando doveva tirare.
Juventus, Chiesa è cresciuto
Oggi Chiesa è un giocatore diverso, cambiato nelle gambe come dice il suo allenatore, ma anche nella testa. E’ passato da un bruttissimo infortunio, è maturato, ora è consapevole di giocare insieme ad altri 10 compagni. Siamo di fronte a una doppia trasformazione, quella individuale (diciamo tecnica e fi sica, mentre sul piano atletico ha lo stesso furore e lo stesso strappo dei primi tempi) e quella tattica, di posizione sul campo. E questa è la vera novità.
Chiesa, un attaccante da 15 gol
Chiesa ha nei piedi una quindicina di gol secondo Allegri ed è la ragione per cui lo vuole più vicino alla porta. Probabilmente anche le intenzioni di Spalletti sono queste. I due allenatori partono da considerazioni e premesse diverse. Per Max è una scelta chiara, in organico ha Milik e Keane, oltre a Vlahovic, e per mettere Chiesa davanti tiene fuori due attaccanti che possono stare anche insieme a Dusan. Per Luciano è una scelta... indotta, in Nazionale il gol è da sempre il problema principale e avvicinare Chiesa alla porta può diventare una soluzione e dare dei vantaggi. Trattandosi di due tecnici straordinari, uno con 6 scudetti, l’altro con lo scudetto più bello dell’ultimo decennio, è difficile sostenere qualcosa di diverso sulla posizione ideale di Chiesa. Però si può sempre ricordare che il record di 10 gol, a Firenze, nel tredicesimo attacco di quel campionato, Federico lo ha stabilito partendo spesso dalla fascia e non dal centro, così da poter sprigionare le migliori energie avendo più spazio a disposizione. Potrebbe essere l’ideale come attaccante esterno del 4-3-3, ma meglio di Allegri e Spalletti nessuno lo può stabilire. Quindi Chiesa al centro dell’attacco. Per ora con Vlahovic, come nei due anni di Firenze, dal 2018 (quando il serbo debuttò in A) al 2020. Poi tutt’e due hanno voluto la Juventus, anzi, hanno fatto di tutto per vestirsi di bianconero e ora tocca a Max farne una coppia vera, una coppia da Champions. Kvaratskhelia-Osimhen, Thuram-Lautaro Martinez, Leao-Giroud, Luis Alberto-Immobile e, in futuro, Dybala-Lukaku sembrano più adatti l’uno all’altro, forse anche più forti, ma Allegri ci crede e poi la Juve ne ha bisogno.