I 15 punti di penalizzazione, d’accordo. Lo choc che hanno causato alla squadra e all’ambiente, certamente. Tuttavia, non possono essere alibi per giustificare una delle peggiori prestazioni della Juve, in questa stagione così tormentata e tormentosa. Lo pensa anche l’irriconoscibile Di Maria che ha avuto la schiettezza di non cercare scuse. Fermi restando i meriti assoluti dello strepitoso Monza, capace di battere i bianconeri al ritorno come all’andata, firmando uno storico bis già consegnato agli annali. Raffaele Palladino, 38 anni, debuttante assoluto su una panchina di Serie A, sta conducendo a velocità impressionante i brianzoli verso il traguardo della salvezza (24 punti in 14 giornate), avendo dato loro un gioco e un’identità, esaltandone i perni del capolavoro firmato allo Stadium: Di Gregorio, Pessina, Ciurria, Carlos Augusto, Dany Mota.
La Juve che, prima della batosta al Maradona, aveva vinto otto partite di fila senza incassare un gol, da Napoli in poi ha vissuto solo di sussulti: la sofferta qualificazione ai quarti di finale della Coppa Italia, a spese del Monza che, comunque, già il 19 gennaio aveva di nuovo reso la vita difficile ad Allegri; il pirotecnico 3-3 interno con l’Atalanta. Epperò, altro che tabelle di rimonta aspettando il Collegio di Garanzia, quando si incassano 11 gol in 4 partite; quando l’ex miglior difesa del torneo diventa un colabrodo; quando Bremer stecca di nuovo, Paredes gioca da fermo, Di Maria non si capisce se ci faccia o ci sia, copia sbiadita dell’eroe mondiale. Sino al momento in cui la
sconfitta non ha preso definitivamente corpo, i migliori in campo sono stati i tifosi: all’appello all’unità lanciato da Allegri avevano risposto compatti, ad onta dei beceri fischi che hanno oltraggiato il minuto di silenzio in memoria di Tavecchio.
La Juve e il peccato originale
La verità è che, di nuovo, è venuto a galla il peccato originale di questa Juve, ancora alla ricerca di un gioco efficace e moderno, dove tutti corrono e tutti sanno esattamente ciò che devono fare, come fa il Monza. Proprio nel passaggio più delicato e importante, la squadra ha tradito le aspettative dei suoi sostenitori: le chiedevano ieri, continuano a chiederle oggi di tirare fuori l’orgoglio di chi sui social afferma di battersi fino alla fine, ma un conto sono gli hashtag e un altro le sconfitte che incassi in modo così bruciante. Intanto, anche stavolta Pogba rientrerà la prossima, nonostante Allegri avesse annunciato alla vigilia che il francese fosse a disposizione per l’impegno con il Monza. Invece, al massimo gli è stato concesso di riscaldarsi e i giorni perduti dal ritorno a Torino sono diventati 203. Dice bene l’allenatore: “Chi non sa pensare solo al campo, stia fuori”. Il problema è che ieri sarebbe dovuta rimanere fuori mezza Juve.