Per mesi si è parlato delle mancate consegne (di palloni giocabili) a Dusan Vlahovic, il grande investimento di gennaio che a Torino non è ancora riuscito a ripetere i numeri di Firenze, alimentando addirittura qualche dubbio sulle sue reali capacità. Le urgenze della Juve durante il mercato che si chiude oggi sono perciò diventati due rider di livello, non essendo ancora impiegabile Federico Chiesa che, peraltro, il pallone lo molla di rado. Di Maria a destra e Kostic a sinistra sembravano la soluzione a breve e medio termine: per non perdere altre occasioni, l’impaziente Vlahovic ha però deciso di specializzarsi nella battuta da fermo, nel faccio da me. Con successo, visti i risultati ottenuti: al secondo minuto ha punito la Roma, al nono lo Spezia. Traiettorie simili.
La partita ha avuto una storia sorprendente: la squadra di Gotti ha infatti giocato meglio della Juve, della quale mi è piaciuto solo il diciannovenne Fabio Miretti.
Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di incontrare Michele Cavalli, da tempo nello staff di De Zerbi - del quale è stato anche uno dei primi allenatori - e che in passato ha lavorato nei settori giovani di Milan e Juve. Laurea in matematica, una folle passione per il calcio, l’analitico Cavalli ha speso parole bellissime per il centrocampista di Pinerolo (oltre che per Raspadori, suo pupillo al Sassuolo). «È calciatore pronto» mi ha detto «maturo, di grande personalità».
Miretti mi aveva impressionato nel primo tempo con la Roma: non ha sbagliato un pallone, né una posizione o un movimento. Rivisto ieri, mi sento di poter dire che Allegri ha fatto bene a dargli fiducia. Peccato che l’arrivo di Paredes e il rientro di Pogba gli toglieranno lo spazio di crescita che meriterebbe.
Salutato anche il primo gol di Milik, la Juve conta ora otto punti in quattro partite contro i due dello scorso anno. Otto come due anni fa, con Pirlo in panchina. Ad Allegri interessa soltanto la più elementare delle contabilità: non può avere tanto riguardo per lo spettatore, lui lavora per il profitto confidando sempre sulle sensazioni personali, su se stesso. Alla partita con lo Spezia non chiedeva risposte diverse dalla vittoria: quando gli impegni sono così ravvicinati non si possono pretendere progressi sensibili.
L’altro numero che Max gradisce è quello relativo ai gol subiti, notevolmente inferiori alle sofferenze patite anche ieri: uno solo, quello di Abraham. L’anno scorso erano sei.
Il progresso sociale alla Infantino
Ieri, nell’edizione serale, il Tg5 si è occupato delle 7.000 morti bianche di Qatar 2022, ovvero dei tanti lavoratori provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka che hanno perso la vita nei cantieri da quando, dodici anni fa, il Paese mediorientale ha ottenuto il diritto di ospitare il Mondiale. Nel 2021 fu il Guardian a rivelare l’impressionante numero di vittime sul lavoro, citando fonti governative.
Il servizio del telegiornale Mediaset ha riportato anche la scioccante dichiarazione del presidente della Fifa Gianni Infantino, che tempo fa spiegò di aver favorito, attraverso l’evento, il progresso sociale.
In queste mani siamo.