Arrivabene esclusivo: "Fidatevi di questa Juve"

L’uscita dalla Champions, la verità su Vlahovic, Dybala e i rinnovi: ecco l’ad che non scappa
Arrivabene esclusivo: "Fidatevi di questa Juve"© LaPresse
Ivan Zazzaroni
4 min

Maurizio Arrivabene le promesse le mantiene. Potrebbe essere il suo claim personale, utile anche nel ruolo che ricopre dal luglio scorso, utilissimo oggi. Fu di parola pochi mesi prima dell’uscita dalla Ferrari e si è ripetuto dopo un’altra uscita, altrettanto dolorosa, quella della Juve dalla Champions. Da «ti prometto che la prima intervista a Leclerc la realizzerà il tuo giornale» - e così è stato - a «l’intervista la farò con te e gennaio». Non ci siamo incontrati a gennaio e nemmeno l’8 marzo, data dell’appuntamento rinviato. «Ulteriori valutazioni e riflessioni, nulla di drammatico» la sua spiegazione «vista l’attenzione riposta sul tema Dybala, si vuole arrivare a una decisione definitiva in un senso o nell’altro». Ma ieri, a poche ore dalla sconfitta col Villarreal, eccoci a Milano, io il meno puntuale per colpa di Trenitalia.

Dormito bene?

«Sì… siamo già in veste ufficiale?».

Certo.

«Dormire ho dormito, anche se sono uno che dorme poche ore, quattro o cinque per notte. Se ho assorbito la sconfi tta? Sono un parsimonioso bresciano molto pragmatico e non racconto frottole. L’obiettivo di questa stagione era il passaggio agli ottavi e il posto Champions per la prossima. Raggiunto il primo, abbiamo proceduto partita dopo partita. L’uscita è stata spiacevole in assoluto, ma non cambia di una virgola i nostri piani. Si chiude un capitolo e se ne apre un altro, la società è focalizzata su un three years plan, un progetto triennale, nel quale - l’abbiamo tutti ben chiaro - deve coesistere l’aspetto finanziario con quello sportivo, i conti con i risultati del campo. Non abbiamo mai raccontato nulla di diverso, a partire dalla scorsa estate».

Quando c’era ancora Ronaldo.

«Nei primi giorni, vedendolo al campo, motivato e sul pezzo, mi convinsi che sarebbe rimasto. In seguito manifestò altri propositi e sappiamo bene come è andata».

Oggi, caro Arrivabene, è la giornata degli schiaffi.

«Io sono innanzitutto un tifoso della Juve, conosco l’amarezza, le sensazioni che si provano quando si sta dall’altra parte, le ho vissute sulla pelle. Ora che sono da questa, con la consapevolezza del ruolo e delle responsabilità, reagisco diversamente. Anche quando sono alla partita tengo tutto dentro, con molta fatica, tradendo la mia natura».

A differenza di Nedved.

«Pavel è più istintivo, non si trattiene... Senta, alla Juve è cambiata la struttura, siamo qui non per ricostruire, ma per costruire. Io, Nedved, Cherubini e Allegri: scelte, decisioni e programmi sono il frutto di riflessioni a quattro teste e non prescindono dalla condivisione di percorsi e obiettivi. Naturalmente sotto la supervisione di Andrea Agnelli che vive la Juve in maniera totale, arriva in sede alle 7 e mezza del mattino - di solito a quell’ora ci siamo solo io e lui - e se ne va quando è buio».

Sembra un filo distratto dalla Superlega.

«Proprio per niente. È presentissimo nel quotidiano. La Superlega è un tema che non si può abbandonare, siamo informati da lui su tutti i passaggi».

I vostri tifosi vogliono sapere che Juve sarà da giugno in avanti.

«Noi facciamo calcio, l’aspetto finanziario non può azzoppare quello sportivo. Vlahovic e Zakaria sono acquisti fatti in funzione di questa stagione, ma soprattutto della prossima. L’accelerazione di gennaio ha motivazioni evidenti».

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