Vlahovic apre tutte le porte

Vlahovic apre tutte le porte© LAPRESSE
di Ivan Zazzaroni
5 min

Vlahovic riferimento offensivo costante e potente (apre tutte le porte), Dybala con il sinistro smaltato e il pepe al culo, Zakaria un po’ Pogba e un po’ Kanté (come inclinazione) e, alle loro spalle, l’indispensabile Danilo da una parte e De Sciglio dall’altra; a completare il tutto, Arthur finalmente a due, massimo tre tocchi. È già un’altra Juve. Non è il prodotto di un lifting costoso, non si è tolta solo rughe e occhiaie, ha proprio un corpo nuovo. Ce ne siamo accorti fin dai primi minuti e al tredicesimo ne abbiamo avuto la certezza, pur senza sottovalutare le tante assenze del Verona che ha comunque ben giocato: la squadra pre-mercato di gennaio, quella zoppa, avrebbe sofferto anche contro un’avversaria altrettanto malridotta. 

Eccoci pronti a entrare nella fase delle riaperture più attese e serie per il Paese. A quella del campionato il compito di introdurle quantomeno simbolicamente. La combinazione di risultati che avrebbe potuto consentirla si è realizzata in meno di trenta ore: il Milan ha sorprendentemente vinto il derby, il Napoli ha ritrovato Osimhen e il successo di prestazione, l’Atalanta si è fatta battere in casa dal Cagliari più spuntato dell’anno e la Juve, corretta in una settimana da Arrivabene e Cherubini, è entrata in gara. Tanto la corsa scudetto quanto quella per i posti Champions non autorizzano chiusure definitive, ora, nemmeno per le romane, comunque meno attrezzate - e « piccoline» - delle cinque che stanno davanti. 

A Venezia ho rivisto il Napoli del primo mese e mezzo: la potenza dirompente di “Zorro” Osimhen, la precisione nei collegamenti di Fabian, le accensioni di Politano. Il rientro di Anguissa e Koulibaly dalla tormentata e tormentosa coppa d’Africa e la crescita di Insigne potranno perfezionarne la ridefinizione tecnica e fisica: non dimentico che nel periodo in cui ha dovuto rinunciare per infortuni e assenze di vario genere a cinque titolarissimi, il Napoli ha perso al Maradona 6 punti con Empoli e Spezia. Dove Spalletti si sta effettivamente superando è nella preparazione della fase difensiva: 16 i gol subiti fin qui, soltanto il Manchester City ha fatto meglio (14) nei cinque campionati top europei.

La Roma “piccolina” e il silenzio dei Friedkin

Ci sono presidenti che non parlano, straparlano. E attaccano verbalmente istituzioni, arbitri, giornalisti. E si contraddicono, promettono e non mantengono, insopportabili strateghi della pressione e della tensione. E poi ci sono i Friedkin. Il silenzio e la riservatezza di padre e figlio, ma anche la costante presenza a Trigoria e allo stadio, sono - nel nostro calcio - attitudini insolite e apprezzatissime. Pertanto mai mi permetterei di rimpiangere gli eccessi e le cadute di stile del loro predecessore. Tuttavia, come disse Josh Billings, il silenzio è uno degli argomenti più difficili da confutare. Riprendo l’invito di de Core: cosa pensano i texani dello sfogo di Mourinho? Quale linea intendono seguire? Visto che gni mese mettono milioni nella Roma, sono contenti di essere considerati “piccolini” dal potere? 

Mou non può essere l’allenatore, il dirigente, il responsabile della comunicazione, il mental coach e anche il magazziniere della Roma, arciere e bersaglio. È vero che ogni parola può avere delle conseguenze, ma anche ogni silenzio. E fino ad ora il silenzio assoluto non ha prodotto niente di buono. 

Non solo il Sassuolo per Alessandro Venturelli

L’avrete letto o sentito: il Sassuolo si è mobilitato per mantenere viva e alta l’attenzione sul caso di Alessandro Venturelli, il 22enne sassolese scomparso nel dicembre 2020: in un video trasmesso da ‘Chi l’ha visto’, Francesco Magnanelli ha mostrato la maglia neroverde con il numero 10 e il nome Alessandro: «Ti aspettiamo» ha promesso il capitano della squadra emiliana «per vedere una nostra partita e magari qui al centro sportivo per scambiare qualche calcio al pallone». Sabato prossimo, prima della gara con la Roma, verrà proiettata sul maxi-schermo del Mapei Stadium l’immagine del ragazzo. Ci auguriamo che anche le altre società di A e B impegnate nel loro stadio facciano altrettanto.  


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