Inter, un mercato insostenibile: il rendimento degli acquisti estivi
L ’Inter è stata l’emblema del fare necessità virtù. In questi anni, infatti, è stata costruita una squadra in grado di arrivare in finale di Champions e di conquistare uno scudetto sbaragliando la concorrenza. Nella sala coppe di viale Liberazione soni finiti ben 6 trofei in tre stagioni. Il tutto a furia di mercati a saldo zero, se non chiusi in attivo. Cessioni pesanti - l’estate dell’arrivo di Inzaghi salutarono per 170-180 milioni Lukaku e Hakimi, nel 2023 a fare le valigie fu Onana per oltre 50 - e ingaggi di giocatori svincolati (Calhanoglu e Thuram su tutti) hanno permesso di fare la differenza. L'ultimo mercato estivo però, quello dopo le seconda stella, non ha dato gli stessi frutti e risultati.
La poca resa
Taremi e Zielinski, gli ultimi parametri zero, dovevano essere le alternative di lusso per allargare le possibilità di scelta di Inzaghi ma di fatto finora non hanno lasciato grandi tracce. Josep Martinez, scelto per diventare il dopo-Sommer e preso per oltre 13 milioni dal Genoa, in campo si è visto meno di Audero (unica apparizione contro l’Udinese in Coppa Italia). Appena qualche spicciolo di minuti anche per Palacios, investimento per il futuro ma evidentemente ancora molto acerbo: pagato 6,5 milioni con bonus fino a 11 e prestato una decina di giorni fa al Monza. Stesso destino di Buchanan, l’unico “colpo” del gennaio 2023, finito al Villarreal con la speranza che venga riscattato a fine stagione (il diritto vale 14 milioni) e di fatto bocciato. C’è pure un ultimo arrivato, ovvero Zalewski. L’auspicio è che almeno con lui si possa invertire la rotta e in tal senso l’assist per il pareggio nel derby è un segnale confortante.
