E ora il Napoli. Dopo la faticosa vittoria sull’Arsenal, l’Inter è pronta per un’altra sfida pesante, di quelle che possono cambiare la stagione. Ieri ha vinto per la forza della sua difesa, ha rischiato tanto ma ha tenuto bene. Ha scalato altre posizioni nella classifica di Champions, ora è quinta con 10 punti e senza un gol incassato, come l’Atalanta e nessun altro. Del resto sono loro, Inter e Atalanta, le squadre più europee del nostro campionato. Anche se ieri, va detto, Inzaghi ha pescato a piene mani nella tradizione italiana chiudendo con la difesa a cinque (5-4-1) per difendersi dall’assedio degli inglesi. Troppo importante questa vittoria per cedere alla tentazione di giocare lasciando spazi. Simone glieli ha tolti.
Nel primo tempo, più delle squadre l’hanno giocata gli allenatori. In quei 45' Inter-Arsenal è stata una partita molto tattica, che poteva cambiare subito, nei primi dieci arrembanti minuti dei milanesi (traversa di Dumfries), ma che invece è rimasta incollata sul terreno cespuglioso di San Siro senza mai decollare veramente per tutto il primo tempo, chiuso dal rigore di Calhanoglu e col vantaggio della squadra di Inzaghi.
Chiusure, marcature preventive, raddoppi, spazi ridotti al minimo sia di qua che di là, poche conclusioni. Come conseguenza, spettacolo non di primissimo livello sul piano tecnico. Era una partita (la prima parte) per gli amanti della tattica. In Champions siamo abituati a sfide più aperte, più disinvolte. Quando l’Arsenal perdeva palla, rinculava in un amen e lo stesso faceva l’Inter, che dietro è rimasta più a lungo, ma si doveva preoccupare solo dei calci d’angolo di Saka, con l’ammucchiata dei Gunners davanti a Sommer, sempre rintanato fra i pali (ogni tanto un’uscita avrebbe risolto qualche problema). Di angoli l’Arsenal ne ha battuti 14 alla fine e nel secondo tempo ha schiacciato l’Inter, che ha resistito fino in fondo grazie anche a Dumfries e Bisseck che hanno salvato due gol.
Se Conte era davanti allo schermo (difficile che fosse a mangiare la pizza), avrà preso nota della solidità dell’Inter, della sua capacità di restare sempre connessa alla partita e soprattutto della forza che ha dietro. E’ una squadra che non concepisce le distrazioni. Certo, l’errore può capitare, ma quasi mai per superficialità. E soprattutto si sarà preoccupato per il ritorno da leader vero di Calhanoglu, quando lui non sa ancora se potrà impiegare Lobotka dal primo minuto. Ecco, su questo punto ci sono pochi dubbi: col turco a dare tempi e idee alla manovra, l’Inter è un’altra squadra, è davvero la squadra campione d’Italia. E poi domenica Inzaghi avrà qualche giocatore fresco, visto che ieri ha utilizzato alcune riserve che riserve, nel vero senso della parola, non sono. E lo hanno dimostrato anche davanti all’Arsenal.
Chiusure, marcature preventive, raddoppi, spazi ridotti al minimo sia di qua che di là, poche conclusioni. Come conseguenza, spettacolo non di primissimo livello sul piano tecnico. Era una partita (la prima parte) per gli amanti della tattica. In Champions siamo abituati a sfide più aperte, più disinvolte. Quando l’Arsenal perdeva palla, rinculava in un amen e lo stesso faceva l’Inter, che dietro è rimasta più a lungo, ma si doveva preoccupare solo dei calci d’angolo di Saka, con l’ammucchiata dei Gunners davanti a Sommer, sempre rintanato fra i pali (ogni tanto un’uscita avrebbe risolto qualche problema). Di angoli l’Arsenal ne ha battuti 14 alla fine e nel secondo tempo ha schiacciato l’Inter, che ha resistito fino in fondo grazie anche a Dumfries e Bisseck che hanno salvato due gol.
Se Conte era davanti allo schermo (difficile che fosse a mangiare la pizza), avrà preso nota della solidità dell’Inter, della sua capacità di restare sempre connessa alla partita e soprattutto della forza che ha dietro. E’ una squadra che non concepisce le distrazioni. Certo, l’errore può capitare, ma quasi mai per superficialità. E soprattutto si sarà preoccupato per il ritorno da leader vero di Calhanoglu, quando lui non sa ancora se potrà impiegare Lobotka dal primo minuto. Ecco, su questo punto ci sono pochi dubbi: col turco a dare tempi e idee alla manovra, l’Inter è un’altra squadra, è davvero la squadra campione d’Italia. E poi domenica Inzaghi avrà qualche giocatore fresco, visto che ieri ha utilizzato alcune riserve che riserve, nel vero senso della parola, non sono. E lo hanno dimostrato anche davanti all’Arsenal.