Allegri, un passo analogo ai nerazzurri
«Sarà molto diversa rispetto al 26 novembre» ha specificato Allegri, quasi raccogliendo l’invito al coraggio formulato dal ct Spalletti. Se Inter e Juve rappresentano la massima espressione del calcio italiano, sarebbe avvilente replicare la partita d’andata. Due mesi fa, Inzaghi aveva quasi accettato e calcolato il pari. Stasera non può permetterselo, deve vincere. Nelle nove giornate successive all’andata (intervallo minimo prodotto dal calendario asimmetrico) la Juve ha totalizzato 23 punti e l’Inter 22 con una partita in meno. Percorso analogo, come era successo in precedenza: tutte e due le squadre hanno perso con il Sassuolo e pareggiato con il Bologna. L’Atalanta ha fatto la differenza nel girone d’andata: 0-0 a Bergamo per la Juve, vittoria 2-1 per l’Inter. Stasera conteranno palleggio, corsa e precisione. Rispetto allo Stadium, Inzaghi si affiderà al sinistro e al cambio gioco di Bastoni. Occhio ai tiri di Barella e Calhanoglu: la Juve ha incassato 6 gol su 13 da fuori, è la percentuale più alta (46%) del campionato. Se l’Inter si allunga, i bianconeri tendono a schiacciarsi in una linea a cinque, concedendo davanti all’area. Allegri, lo scorso anno, ha vinto due volte in Serie A piegando l’Inter con il contropiede. Terrà le sgassate di Chiesa per l’ultima mezz’ora. L’agilità di Yildiz potrebbe dare fastidio a Pavard, Acerbi aspetta Vlahovic. Molto dipenderà dalla vena di Rabiot, dalla lucidità di Locatelli (chiamato a uscire su Calhanoglu), dall’intesa tra Cambiaso e McKennie. Simone sceglierà uno tra Darmian (favorito) e Dumfries davanti a Kostic, decisivo lo scorso anno. La corsa di Dimarco e l’intelligenza di Mkhitaryan determineranno sul versante sinistro. Max, allo Stadium, chiese a McKennie di salire su Bastoni e incollò Gatti all’armeno, alzando la linea del pressing e accettando l’uno contro uno di Bremer e Rugani con Lautaro e Thuram. Questa volta Danilo si occuperà del francese. Andiamo a vedere.