Inter, l’insostenibile leggerezza del debito

Leggi il commento sulla proprietà del club nerazzurro
Inter, l’insostenibile leggerezza del debito© Inter via Getty Images
Alessandro F. Giudice
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Che la Serie A poggi su una montagna di debiti è un dato di fatto: 5,5 miliardi l’ultima rilevazione. Risalta poi l’esiguità dei capitali degli azionisti, scesi a 472 milioni. In pratica, undici euro di debiti per uno di capitale. Anche il mercato non sfugge all’allegra tradizione di accumulare debiti rinviando al futuro gli impegni finanziari per completare rose che si spera di rendere competitive per la stagione. Negli ultimi anni, la prassi del calcio alla lattina è stata assai diffusa: la Juve spostò due anni avanti pagamenti di acquisti clamorosi (Locatelli, Chiesa, Vlahovic) che contribuirono a incenerire enormi aumenti di capitale. La Roma quello di Abraham

Anche il più ingenuo dei tifosi capisce come la formula del prestito con obbligo di riscatto serva, di fatto, a farsi finanziare acquisti che non ci si può permettere facendo leva sulla solidità del venditore di turno, eventualmente disposto a fungere da banca per l’acquirente. Quando tale disponibilità manca, saltano gli affari

Prendiamo il caso dell’Inter, il cui mercato in entrata si regge fin qui su un esborso di appena cinque milioni. Frattesi è arrivato in prestito con obbligo di riscatto a 22 milioni e la rata del prestito (6) coperta dalla cessione di Mulattieri, zero presenze in A. Stessa formula – pare – per Samardzic, da riscattare a 15 l’anno prossimo mentre il corrispettivo della cessione di Fabbian copre i 4 del prestito. Bisseck a 7 milioni pagabili in tre anni come Sommer, 6 milioni in due anni. Cuadrado e Thuram a parametro zero. La strategia incrementerà di 37 milioni un debito nerazzurro già corposo

Inter, i tifosi meritano una proprietà diversa

Il mercato è oggi dominato da chi ha incassato bene. Atalanta, Milan, Napoli e Lazio hanno disponibilità dalle cessioni ma pure (le prime tre) da bilanci in ordine. Altri (Inter, Juve, Roma) sostituiscono acquisti in pronta cassa con formule creative o scambi clamorosi. Modelli di business così precari non rimetteranno il calcio italiano al passo dei concorrenti. Se mancano i capitali, il rimedio non è gonfiare a dismisura debiti già insostenibili. 

Mentre le evoluzioni del mercato ci suggerivano queste considerazioni, la stampa finanziaria riportava la volontà di Zhang (un azionista già indebitato oltre qualsiasi immaginazione) di rifinanziare il debito verso Oaktree, in scadenza a maggio 2024, a garanzia del quale ha concesso in pegno le azioni dell’Inter che ha il patrimonio netto negativo, sia a livello consolidato che civilistico (un eventuale acquirente dovrà dunque ripianare le perdite accumulate con la gestione Zhang). Ha una controllata indebitata attraverso un prestito obbligazionario da 415 milioni, a garanzia del quale tiene gli incassi futuri dei diritti tv. 

Un azionista solo di nome, perché non ha più un euro di capitale proprio a sostegno della struttura aziendale, che spera di trovare finanziatori per protrarre una situazione già al limite. Al 16%, si dice: un tasso senza senso che alzerebbe ulteriormente il debito con l’unico fine di comprare tempo. I tifosi nerazzurri si meritano una proprietà diversa


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