Lukaku esclusivo: "Inter, ora ti ripago"

L'attaccante belga: "Essere il più costoso nella storia del club non mi pesa, mi sdebito facendo gol. Conte è unico: sappiamo cosa fare in ogni situazione. Lui e Mourinho sono i migliori. Scudetto? Meglio tacere. Il razzismo si può battere seguendo l’esempio inglese"
Lukaku esclusivo: "Inter, ora ti ripago"© ANSA
di Pietro Guadagno e Andrea Ramazzotti
3 min

«Un buon inizio, sì, lo è stato, finora è andato tutto bene, ma voglio fare meglio e, anche se i numeri sono buoni, so di poter migliorare parecchio». La prima intervista italiana Romelu Lukaku la regala al nostro giornale mostrando il lato meno conosciuto del carattere, una forma di dolcezza che obiettivamente ci colpisce. Preferisce rispondere in inglese, spiega, anche se in italiano si esprime bene da tempo: è una libertà che non possiamo non concedergli. Lukaku il leader fisico dello spogliatoio dell’Inter; Lukaku i cui gol sono autentiche folgorazioni; Lukaku generoso di sè e quasi sorprendente nella sua voglia di abbracciare continuamente il gruppo per legarlo in un unico disegno, quello del successo. «La mia più grande motivazione è aiutare la squadra e i compagni a vincere le partite segnando. Come ho fatto in questi primi tre mesi. Punto in alto, ma non mi dimentico di lavorare, di spingere al massimo ogni giorno in allenamento».

Il gol è il suo specifico. Quale il più bello finora?
«Qui in Italia, quello al Brescia. Mi è piaciuto anche il 2-0 di testa contro il Milan, ma la rete con il Brescia mi ha ricordato altre simili che ho realizzato in Inghilterra e quella con il Belgio nell’ultimo match che abbiamo vinto in Russia».

Il gol numero 52 in Nazionale.
«Sono tanti, vero?».

La Serie A è come se l’aspettava?
«Più la frequento e più trovo le zone del campo dove posso essere efficace. Mio fratello Jordan mi aveva parlato di un grande campionato che mette alla prova gli attaccanti. Qui ci sono i migliori difensori e da voi ogni difesa è preparata per qualsiasi situazione di gioco. Per questo il calcio italiano mi piace così tanto. In tv ne guardo molto e in ogni match imparo qualcosa di nuovo a livello tattico. Idem dal lavoro di Conte. Se un attaccante segna tanti gol in Italia può farli in qualsiasi altro torneo d’Europa».

Leggi l'intervista completa sull'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio


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