Zhang: «Il mercato dell'Inter non è finito»

Presidente di domani, già guida autorevole e molto presente Intanto disegna il futuro del club
Zhang: «Il mercato dell'Inter non è finito»© Inter via Getty Images
dal nostro inviato Andrea Ramazzotti
4 min

SINGAPORE - Sentendolo parlare ti conquista. I modi sono garbati, il tono della voce è fermo, i suoi occhi cercano i tuoi e i concetti non sono banali, da ragazzo di 25 anni. Steven Zhang ha tutto per diventare la guida dell’Inter del futuro: idee chiare, esposizione accattivante e sicurezza da leader. Non è il classico figlio del capo che spende le sue giornate all’ombra del padre. No, lui ha scelto di mettersi in gioco: ha studiato negli Stati Uniti, è una sorta di ambasciatore di Suning all’estero e soprattutto è colui che guida l’investimento fatto dal colosso di Nanchino sull’Inter. Ufficialmente è “solo” un membro del cda, ma in realtà è molto di più. Spalletti a Riscone lo ha definito «presidente», ma per il momento questa carica appartiene ancora a Erick Thohir.

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Steven Zhang, cosa pensa della tournée in Cina e a Singapore?

«Avere la squadra n Asia è stata un’opportunità unica. L’Inter è un grande brand e una grande squadra che non ha tifosi solo a Milano e in Italia, ma in ogni parte del mondo. Queste partite ci hanno permesso di incontrare i nostri fan che vivono più lontano ed è stato bello vedere la loro gioia in qualsiasi situazione in cui avevano l’opportunità di entrare in contatto con i giocatori. Ovviamente questo non puoi farlo durante il campionato, ma durante l’estate sì».

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In Cina e a Singapore l’Inter ha fatto bella figura, ma i tifosi si aspettano comunque qualche acquisto importante. Li accontenterete?

«A prescindere dai risultati della tournée, vogliamo migliorare la nostra squadra. Le persone che non rientrano nel progetto, quelle che non sono funzionali, è meglio che lascino il club; chi invece ci crede davvero, è il benvenuto. Questo non significa che non continueremo a cercare ogni giorno le soluzioni giuste. A proposito dei grandi nomi capisco le pressioni del mercato, ma per l’Inter non conta quanto spenderemo o il nome roboante dei giocatori che prenderemo. La cosa fondamentale è che il nostro allenatore e i dirigenti dell’area tecnica individuino i giusti profili. Acquistare grandi calciatori e grandi nomi non vuol dire per forza comprare gli elementi adatti per la squadra. Il nome a effetto non sempre è quello che serve: coloro che abbiamo preso finora (Skriniar e Borja Valero, ndr) si sono inseriti perfettamente nel gruppo, sono felici di fare parte dell’Inter ed è questo ciò che vogliamo. A prescindere dal nome. Se vieni all’Inter non importa chi sei: il tuo cuore, la tua pelle e il tuo sangue devono essere di colore nerazzurro e quando scendi in campo sulle spalle non hai solo il tuo cognome, ma la storia dell’Inter».

Non intende però darci qualche “suggerimento” sui nuovi acquisti o dirci per esempio se Perisic rimarrà...

«Abbiamo un mese per completare il nostro lavoro e miglioreremo la squadra. Per sapere i nomi dovete chiedere a Spalletti, Ausilio e Sabatini (sorride, ndr). Di sicuro però il mercato dell’Inter non è finito»

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