«Per la scelta dell’allenatore ripartiremo dal concetto che avevo espresso a calciatori e a mister Grosso prima del via dello scorso campionato: in campo si devono divertire e far divertire i tifos». Così il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, quando nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso ha “disegnato” l’identikit di quello che sarebbe stato il nuovo allenatore della squadra giallazzurra. Detto, fatto. Da quel momento sono trascorse nemmeno settantadue ore, ed ecco che la compagine canarina ha un nuovo tecnico che in passato con il suo gioco ha fatto divertire, e non poco, prima i tifosi del Sassuolo e poi quella della Roma: Eusebio Di Francesco.
Di Francesco, la scalata con Sassuolo e Roma
Alla guida dei neroverdi è capace di ottenere prima la promozione in Serie A al termine della stagione 2012-2013 e poi addirittura la prima storica qualificazione del club emiliano in Europa League grazie al sesto posto in campionato. L’anno seguente, il Sassuolo supera i preliminari, eliminato poi alla fase a gironi, mentre in campionato chiude con un dignitoso dodicesimo posto. Ottimi risultati che attirano l’attenzione di alcuni grandi club tra i quali la Roma con la quale firma un biennale nel giugno 2017. E il suo primo anno alla guida dei giallorossi è straordinario. Terzo posto finale, ma soprattutto l’approdo alla semifinale di Champions League dopo aver eliminato ai quarti il Barcellona grazie a una strepitosa prestazione nel match di dell’Olimpico vinto per 3 a 0 dopo l’1-4 dell’andata. La sfida contro i blaugrana rappresenta fin qui l’apice della carriera di Di Francesco, visto che nella stagione successiva, dopo la netta sconfitta nel derby, viene esonerato dalla Roma e le successive tre esperienze Sampdoria, Cagliari e Verona, sono tutte da dimenticare. Una stagione (quasi due visto che quando era alla guida degli scaligeri era stato mandato via dopo la terza giornata) fermo, e ora ecco arrivare per lui l’occasione in un club che, così come il Sassuolo, rappresenta una città piccola, ma una realtà grande.
Di Francesco, il legame con Angelozzi
Quel Frosinone che negli ultimi anni, grazie al lavoro di una società sana e all’avanguardia, un mese fa è riuscito a conquistare per la terza volta nella sua storia la promozione in Serie A dopo aver dominato il campionato di B. Indubbiamente sulla decisione di Di Francesco ha pesato non poco il rapporto di stima e affetto che lo lega da anni al direttore dell’area tecnica, Guido Angelozzi, con il quale ha già lavorato proprio in alcune delle bellissime stagioni alla guida dei neroverdi emiliani. Ma, di certo, c’è anche un altro aspetto che può aver spinto l’allenatore a scegliere Frosinone: quel ricordo indelebile del calore, della passione e dell’amore della gente ciociara per la sua squadra del cuore. Era l’8 maggio del 2016, il Sassuolo espugnava il Comunale con il risultato di 1 a 0 decretando la matematica retrocessione dei canarini in B. Ma tutto lo stadio era lì a fine gara a incoraggiare i propri beniamini. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo. Uno degli spot più belli per il calcio. E sotto la nord, a battere la mani a quei meravigliosi tifosi, oltre alla squadra di Stellone, anche Eusebio Di Francesco con i suoi ragazzi.