Fiorentina, sfida alla Juve in un Franchi da record
FIRENZE - «Ma ora la Juventus». Pronunciato tutto d'un fiato Palladino nella sala stampa del Franchi mentre raccoglieva i complimenti per la vittoria/qualificazione sul Panathinaikos, in risposta a chi gli chiedeva se la partita di Conference League poteva essere considerata la svolta definitiva per la Fiorentina dopo il periodo negativo. Come dire: abbiamo fatto quello che volevamo fare (e infatti l'ha detto), ma adesso testa al campionato, dove rimangono le quattro sconfitte nelle ultime cinque gare, per un appuntamento che per Firenze e i tifosi viola non è e non sarà mai uguale agli altri. Prova ne sia che il Franchi a metà di questi tempi malinconici dovrebbe/potrebbe registrare il record di presenze andando oltre i 22.495 spettatori col Verona. Ecco perché Palladino giovedì sera guardava già a domenica, cioè a oggi.
Fiorentina, voglia d'Europa
Occasione speciale anche per il tecnico campano che della Juventus è stato un calciatore (57 presenze e 10 gol tra il 2006 e il 2008) e intanto, a proposito di complimenti, ieri si è preso la stima di Thiago Motta con cui invece ha condiviso 17 partite con la maglia del Genoa nella stagione 2008-09, servendo all’attuale allenatore bianconero l’assist per il gol da tre punti del Grifone a Reggio Calabria il 5 aprile 2009. Sicuro che alle 18 meno un paio di minuti saranno abbracci, sorrisi e belle e sincere parole d’affetto tra i due davanti alle rispettive panchine a beneficio di fotografi e tv, poi sarà tempo e modo solo per provare a superarsi: e se Motta ha mille motivi, Palladino ne ha mille e un paio, da ex e da tecnico viola contro la rivale storica Juventus. Quella di giovedì è stata una notte che ha rilanciato le ambizioni di Ranieri e compagni in Europa, ma quella odierna può essere una serata che, se sfruttata a dovere, va oltre il rilancio in campionato per tenere agganciata la Fiorentina agganciata alla zona che conta della classifica. Perché quando c’è la Juventus al Franchi vale sempre di più: e stavolta ancora di più.
Fiorentina, possibile e impossibile
C’è da riprendere un cammino spedito a caccia di obiettivi desiderati, c’è da ritrovare continuità scendendo dalle montagne russe del rendimento, c’è da trascinare i tifosi e farsi trascinare da loro in questi due mesi che possono dire e dare tanto. Ma serve la svolta chiesta e auspicata, altrimenti rimane un tentativo condito da buone intenzioni e nient’altro: il rovescio della stessa medaglia ha rischio altissimo, ma Fiorentina-Juventus rimane la partita perfetta per ritrovare tutto ma proprio tutto quello che serve in consapevolezza, identità, fiducia, entusiasmo, simbiosi. Certo: con una vittoria. E Palladino e i suoi sono chiamati a fare il possibile e l’impossibile per riuscirci. Già, i “suoi”: la continuità di cui sopra è probabile che il tecnico campano la ricerchi anche nella formazione a cui affidare il compito: Pablo Marí per Comuzzo in difesa, poi il dubbio è Cataldi e uno tra Folorunsho e Adli. Stop. Affidandosi soprattutto a Kean (con Gudmundsson) per battere l’amico Motta.
