Gudmundsson sotto processo, Pradè svela cosa farà la Fiorentina

Il diesse viola ha analizzato la vicenda dell’islandese: "Rischia poco, in base alla data della sentenza sapremo come muoverci"
Niccolò Santi
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FIRENZE - «La finale di Conference è stata la delusione più grande di questi anni, tutti pensavamo di vincere. Ci ha lasciato delle cicatrici, per questo c'è stato un cambiamento da parte nostra su ciò che doveva ricrearsi»: inizia così la conferenza stampa di Daniele Pradè. Durante la quale il diesse della Fiorentina ha fatto chiarezza sulle dinamiche di mercato estive, dichiaratamente condizionate dalla delusione incassata ad Atene lo scorso 29 maggio. «Avessimo vinto là, cambiavano tante cose. Invece è andato via l'allenatore e poi è cambiata la squadra. Le sconfitte portano a cambiare».

Pradè sulla cessione di Nico Gonzalez

Anche la cessione di Nicolas Gonzalez, a detta di Pradè, è stata viziata dall'esito di una finale. Quella di Coppa America: «Ha inciso molto sulla testa di Nico Gonzalez, l'ha proprio cambiata. Quando presentai Palladino dissi "al 99% resta con noi". Menomale ho tenuto quell'1%, è stata la mia salvezza». Ma con la Juventus, giura, non c'è un filo diretto particolare rispetto agli altri club di Serie A: «Con la Juve non c'è alcun filo diretto, sono le dinamiche del mercato. McKennie, Arthur, Kostic... sono state tutte trattative di mercato: non c'è nulla di concreto con la Juve per quanto riguarda le operazioni fatte con loro».

Pradé e il caso Gudmundsson: cosa farà la Fiorentina

È stata l'operazione più estenuante, riferisce Pradè, anche perché partita da lontano: «È partita a gennaio ed è finita ora a fine mercato, ma le operazioni nel calcio sono sempre stranissime. Una settimana prima non esistono e poi sì». E la controversia legale a suo carico, per via della quale l'attaccante ha fatto ritorno dall'Islanda ieri sera, non preoccupa: «Sappiamo che il calciatore rischia poco e nulla, noi comunque siamo tutelati. Tutto ruota attorno a quando esce la sentenza: se arriva entro il 15 giugno dell'anno prossimo, sapremo come muoverci anche col Genoa, avendo preso il giocatore in prestito».

Pradè, tutte le idee di mercato

Tanto per cominciare il giocatore che tutti volevano: «Vitor Roque - rivela candidamente Pradè - ma non ce n'erano i presupposti. Non l'abbiamo preso perché costava 40 milioni». Stesso discorso per Josip Sutalo, Martin Baturina, Ruben Vargas, Orel Mangala, Tanner Tessmann e Mats Hummels: «Al difensore tedesco abbiamo pensato ma lui voleva aspettare. Sutalo per l'Ajax era incedibile. Baturina non siamo riusciti a prenderlo. Vargas forse l'avremmo preso se fossero usciti prima Barak e Brekalo. Su Mangala il Lione non ha aperto alla cessione. Per Tessmann infine non c'è stato l'accordo». In difesa il club aspetta Nicolas Valentini, che arriverà a gennaio. Nel frattempo gli sarà messo a disposizione un preparatore atletico in Argentina. Michael Kayode invece poteva uscire: «Il presidente non l'avrebbe mai fatto». Le pretendenti più attive erano Aston Villa e Brentford.

Pradé: "Vogliamo ripeterci, ma vincendo"

Gli ultimi tre mesi della Fiorentina sono stati caratterizzati dal termine "ambizione". Scelto da Pradè a inizio giugno per definire l'approccio della società alla finestra di mercato in procinto di aprirsi: «Ognuno ce l'ha, l'ambizione. Poi c'è chi spende in quanto top club. La nostra è stare lassù, essere felici che un calciatore come De Gea scelga noi. Poi su quale sia l'obiettivo finale non lo so: forse è ripeterci, come le finali, ma vincendo. Noi vogliamo vincere le partite, ogni campo è un terreno di conquista».


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