Fiorentina, le idee sono chiare

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Alberto Polverosi
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Se le parole fossero punti in classifica, Raffaele Palladino ne avrebbe portati tre al debutto. Alla sua prima conferenza stampa da allenatore della Fiorentina è stato chiaro, asciutto, per niente vago, non si è nascosto, non ha divagato, gli anni di Galliani gli hanno lasciato qualcosa di interessante in eredità, quanto meno sul piano della comunicazione. Vedremo sul campo se riuscirà a trasmettere questa chiarezza ai giocatori facendone una squadra più forte di quella vista nelle stagioni di Italiano, le stagioni delle tre finali e delle sei semifinali. Perché è da qui che Palladino deve partire, anche se le idee annunciate ieri portano a un sostanziale cambiamento.
Il modulo: non più (o non solo) difesa a quattro, ma a tre. Il che, tradotto sul mercato, significa un robusto ampliamento (i fiorentini sperano di qualità) dei difensori centrali, visto che al momento sono solo tre, più il giovane Comuzzo. Come partenza il 3-4-3. Un’idea di base c’è già.
Il portiere: resta Terracciano. Vivaddio, se ne sono accorti alla Fiorentina che un portiere più forte di lui non si trova facilmente. O meglio, si trova, per esempio Donnarumma, Vicario, Sommer, Maignan (tutti a prezzi proibitivi per chi punta al bilancio), non certo Montipò o Scuffet.
Le ali: Nico Gonzalez a destra a piede invertito. Sottil dall’altra parte. Si apre il dibattito su Sottil che Palladino ha definito «molto forte», aggiungendo «ha tutto per fare il giocatore ad alti livelli». Era così che Firenze lo immaginava quando ha debuttato a 19 anni in Serie A. Ma poi quelle doti sono affiorate una volta ogni tanto. Ci sono, ma restano nascoste e qui sta la prima scommessa del nuovo allenatore: «Mi prendo io la responsabilità». Aspettiamo con curiosità.
Beltran: centravanti o seconda punta/trequartista. Per Italiano doveva stare dietro al centravanti, per Palladino può ricoprire tutt’e due le posizioni. Dipenderà anche da quali caratteristiche avrà il prossimo attaccante della Fiorentina.
Ikoné: è l’unico giocatore con cui non ha parlato «perché non l’ho trovato». E’ già un indizio sul futuro del francese.
I giovani: gli piacciono. Si è fatto raccontare tutto da Galloppa, allenatore della Primavera viola e peraltro suo ex compagno per quattro anni al Parma. Anche questo è un aspetto da seguire con interesse, dovremo vedere fino a che punto gli piacciono.
Per qualcuno è sembrato molto (troppo) aziendalista, quando ha detto che la Fiorentina «ha una rosa molto forte, un’ossatura forte che dobbiamo mantenere». A parte che l’ossatura cambierà per forza viste le partenze di Arthur e Belotti, regista e centravanti titolari nella stagione scorsa, ma ha aggiunto due concetti che fanno pensare ad altre ambizioni: «In passato la Fiorentina ha avuto grandi attaccanti e l’attaccante che fa gol è importante, i tifosi si aspettano un giocatore del genere, spero che qualcosa possa arrivare». E poi: «Io chiedo giocatori di qualità, se vogliamo alzare l’asticella». Ovvio, ma soprattutto chiaro.


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