Fiorentina, adesso serve chiarezza

Leggi il commento sul club viola dopo la sconfitta di Atene
Fiorentina, adesso serve chiarezza© Getty Images
Alberto Polverosi
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Ora serve chiarezza. Molta chiarezza. La sconfitta di Atene apre una lunga riflessione sul futuro della Fiorentina, sulla sua dimensione, sugli obiettivi da fissare. Non sarebbe stato lo stesso se avesse portato a casa la Coppa, in quel caso il potenziamento della squadra e della società sarebbe stato una conseguenza indotta dalla partecipazione all’Europa League. Ora invece bisogna capire, o meglio, deve essere la società nella persona di Commisso, il proprietario e presidente del club, a indicare la strada.

Esistono due possibilità: restare così come adesso o puntare a una crescita tecnica dopo aver realizzato quella strutturale con la creazione del Viola Park. Per restare così non c’è bisogno di granché, magari un centravanti da 7-8 gol a campionato, mica di più visto che anche 7-8 gol garantirebbero un netto miglioramento rispetto alla media di Belotti e Nzola. Ma se invece l’idea è quella di crescere, allora qui bisogna intendersi bene.

Punto primo: un centravanti vero. Inter, Milan, Atalanta, Bologna, Juventus, Napoli, Roma, Lazio, Torino, Genoa, Monza, Cagliari, Lecce, Verona, Empoli, Udinese, Sassuolo Frosinone e Salernitana, tutte e diciannove le squadre di questa Serie A hanno almeno un centravanti con almeno quattro gol all’attivo. Tutte tranne la Fiorentina. Ma sarà mai possibile?

Punto secondo: le ali. Gonzalez ad Atene ha fatto una partita disastrosa, però la sua stagione, esclusa una fase post-infortunio, è stata soddisfacente. Ma le altri ali? Brekalo via a gennaio senza lasciare traccia, Sottil si era svegliato solo nelle ultime partite prima di farsi male, a Ikoné cala un velo sugli occhi appena vede la porta, Kouame è un lottatore ma con i piedi non proprio raffinati (come si è visto anche in finale). A gennaio Italiano aveva chiesto un esterno d’attacco, gli hanno portato Faraoni e Belotti.

Punto terzo: un regista. Arthur era partito bene, nella prima parte della stagione si era fatto apprezzare, poi è scomparso fino a giocare una partituccia ad Atene, col suo solito palleggio orizzontale o verticale (ma indietro, mai in avanti): un vero leader non si smarrisce nelle sfide che contano. La Fiorentina, per migliorare, ha bisogno di sostituirlo con un regista vero, uno affidabile e di personalità.

Punto quarto: la difesa. A gennaio via Mina, che Italiano aveva utilizzato pochissimo e che a Cagliari, sotto la guida di Claudio Ranieri, è stato uno dei migliori. La Fiorentina è rimasta con soli tre difensori centrali più il giovane Comuzzo che l’allenatore non ha mai considerato nelle rotazioni. Così quando Luca Ranieri è andato giù di condizione (il gol preso ad Atene è stato un suo brutto errore e il bello è che si è pure rivolto verso Terracciano per dirgli che doveva intervenire: ma dai...), sono rimasti solo Milenkovic e Martinez Quarta.

Questi sono i dati e le riflessioni sulla stagione. Il lavoro di Italiano ha spinto questa squadra oltre i propri limiti soprattutto se si giudica l’intero triennio. Ma, ribadiamo il concetto: per restare a questi livelli serve solo qualche normale ritocco. Settimo, ottavo, nono posto, qualche turno in Conference, magari un’altra finale, se questa è la dimensione la Fiorentina ha pochi problemi. Per crescere, invece, i ritocchi devono essere di qualità assoluta e implicano inve stimenti notevoli. In ogni caso, è importante fare chiarezza e questo compito spetta a Commisso, deve essere chiaro con i tifosi. Ce n’erano novemila ad Atene e quelli devono sapere.


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