Il vero volto della Fiorentina

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Il vero volto della Fiorentina© ANSA
Alberto Polverosi
3 min

Dovremmo rassegnarci a questa Fiorentina. Un giorno ti convince, il giorno dopo ti deprime. Ma ieri sera si è superata e ha dato ancora più ritmo a questa discontinuità: primo tempo inguardabile, secondo da squadra convinta, cattiva e arrembante, capace di passare da 1-2 a 4-3, con la bellezza di 24 tiri verso la porta. I primi quarantacinque minuti li ha proprio regalati al Maccabi, eppure sembrava tutto semplice, tutto facile, meno di due minuti e gol di Nzola. Difficile sapere se anche i viola hanno pensato di aver già risolto la questione, sta di fatto che dopo la prima, bella e unica azione del primo tempo non hanno più giocato. O meglio, si sono messi a giochicchiare, rallentando la manovra, senza pressare, senza aumentare l’intensità, senza trovare sbocchi. Pessima scelta, se di scelta si tratta. In ogni caso pessimo atteggiamento soprattutto in una partita di coppa, contro un avversario che ha sorpreso la Fiorentina fino a rimontare lo svantaggio. Un avversario alla sua portata e questo aumenta il giudizio negativo dei primi 45 minuti.

Fiorentina, rimonta e orgoglio nella ripresa

Giudizio che si ribalterà nella ripresa perché sarà la Fiorentina a ribaltare il Maccabi. Dietro, un cumulo di errori (triplo per Milenkovic, ma imperdonabili anche quelli di Kayode e Ranieri) aveva sepolto una difesa disastrosa, schierata senza cambi per la terza volta di fila; in mezzo, la coppia muscolare Mandragora-Duncan avrebbe dovuto quanto meno proteggere la difesa che invece si era aperta di continuo; davanti dopo il gol di Nzola non era stato costruito altro. Male su tutta la linea. Poi, dopo l’intervallo, è cambiato tutto. Nel secondo tempo la Fiorentina è tornata in sé, ha pareggiato con Beltran, ha messo sotto il Maccabi, quando sull’unica azione israeliana ha incassato anche il terzo gol ha saputo reagire ancora arrivando di nuovo al pareggio e poi al successo. Che dà il senso pieno all’orgoglio altre volte nascosto di questa squadra. Ovviamente al Franchi, fra sette giorni, servirà una atteggiamento opposto a quello del primo tempo e risoluto come quella del secondo: a Torino aveva giocato con un uomo in più per 45 minuti senza sfruttare il vantaggio, stavolta è bastato un quarto d’ora di superiorità numerica per ribaltare la gara con il gol di Barak. Considerazione ai margini sul campo, brutto come la Fiorentina del primo tempo. Ma oltre a riempire il calendario per fare sempre più soldi, perché l’Uefa non controlla anche il terreno? Quello di Budapest era a rischio infortuni.


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