Italiano sceglie lo stile Mourinho

Il tecnico della Fiorentina attira l’attenzione su di sé per proteggere il gruppo dalle tensioni
Italiano sceglie lo stile Mourinho© LAPRESSE
Andrea Giannattasio
3 min

FIRENZE - Più che sassolini, quelli che Vincenzo Italiano avrebbe voluto togliersi dalle scarpe domenica pomeriggio erano in realtà macigni. La settimana che il tecnico si è lasciato alle spalle è stata d’altronde forse la più difficile della sua esperienza a Firenze. Sette giorni senza respiro dove, oltre a dover fare i conti con una pesante sconfitta in campo europeo (non tanto per il risultato, quanto per come sia maturata) l’allenatore è tornato nel vortice delle critiche. A tutto questo quadro si è andato a sommare lo scivolone via social che ha visto protagonisti Jovic e Terzic, che dopo aver condiviso su un post contro le scelte di Italiano in occasione della gara di Conference con il Basilea, sono stati prima multati e poi lasciati all’inizio in panchina contro l’Udinese, nonostante una ripetuta sessione di scuse pubbliche e private.

Esplosione

Inevitabile dunque che, come un ordigno tenuto a ridosso di un focolaio, all’ennesima scintilla il detonatore sia scattato. Facendo brillare un accumulo di stress a lungo tenuto sotto controllo. L’occasione propizia è capitata dopo il successo per 2-0 con i friulani, quando il tecnico - a domanda sulla carica che tutta Firenze, intesa come la Curva Fiesole, ha tributato alla sua squadra al fischio finale - ha fatto intuire che solo una parte della piazza stia realmente comprendendo lo sforzo fin qui prodotto dai viola in stagione: «Tutta Firenze è con noi? Non lo avevo capito…» è stato il messaggio ben poco sibillino lanciato.

Come Mou

In città le interpretazioni su questa esternazione, nelle ultime ore, si sono sprecate. Fino a ipotizzare che il tecnico - sfruttando un fortunato metodo proprio di tanti allenatori, su tutti Mourinho - abbia voluto attirare su di sé l’attenzione per non caricare di troppe pressioni la squadra in vista della sfida di ritorno con il Basilea. Un ombrello con cui riparare il gruppo dalle critiche che tuttavia ha finito per alzare ancora i decibel della tensione. In realtà il riferimento di Italiano, stando a quanto filtra dal quartier generale viola, avrebbe poco a che vedere coi tifosi in sé per sé. Che pur essendo stati spesso polemici nei suoi confronti (durante la gara con il Lech Poznan ci fu persino un diverbio con un supporter seduto alle sue spalle) hanno sempre avuto verso di lui un atteggiamento rispettoso.

Quali errori?

Quello che invece ha infastidito e non poco l’ex Spezia è stato semmai il tasso di critica piovuto da più fronti, una parte di opinione pubblica che, sottovalutando il fatto che i viola siano arrivati a metà maggio con 54 partite sulle gambe (e senza contare il dato che vedrebbe la squadra sesta in campionato, prendendo in esame solo il girone di ritorno), ha etichettato i recenti passi falsi di Biraghi e compagni come chiari errori dell’allenatore. Apriti cielo. Guai però a pensare che Italiano sia disposto a gettare la spugna sul più bello: per certi aspetti - racconta chi gli sta vicino - l'obbligo di dover rimontare due gol al Basilea è vissuto dal tecnico come un guanto di sfida mai così stimolante per mettere a tacere qualche parola di troppo. Sperando che l’effetto-Mou, alla fine, faccia la sua parte.


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