CAGLIARI - Dietro Joao Pedro è rimasto il vuoto in un Cagliari che, senza i gol dell’attaccante brasiliano, si troverebbe in acque ancora peggiori. Non bastano, infatti, i sei sigilli realizzati da Giovanni Simeone che, dopo quattro mesi di astinenza, è tornato al gol contro la Juventus ma non è riuscito a dare continuità sottoporta in questo difficile finale di stagione. E i numeri sono impietosi perché peggio di quello rossoblù sono riusciti a fare solo i reparti offensivi di Parma, Benevento, Udinese e Genoa. Gli isolani sono riusciti ad andare a bersaglio 31 volte, ben 13 delle quali con il capitano che porta il numero 10 sulle spalle, l’unico a tenere un andamento di tutto rispetto tanto da essere il miglior brasiliano dal punto di vista realizzativo, nei cinque principali campionati in Europa.
Attacco da scuotere
Ecco perché buona parte del lavoro di Leonardo Semplici durante questa sosta, si sta concentrando sulla fase offensiva, in modo da risvegliare l’istinto killer delle punte isolane. Saranno, infatti, chiamati a fare molto di più non solo il Cholito, che comunque dopo essersi sbloccato sta cercando di riassaporare quanto prima il gusto del gol, ma soprattutto Pavoletti che è fermo a quota due. Da un attaccante come lui, seppure in una stagione di transizione dopo aver trascorso tutto il campionato precedente ai box per la doppia rottura del crociato del ginocchio sinistro, era lecito attendersi qualcosa in più. Le colpe non sono certo tutte sue visto che la squadra non sempre è riuscita ad appoggiare in maniera efficace la manovra offensiva, ma qualcosa dal punto di vista della cattiveria, è mancata. Con Cerri ancora a secco, il contributo minimo di Sottil (2 reti per lui prima dell’infortunio) e di Pereiro (un solo gol messo a segno nell’ultima uscita) è lo specchio di un attacco che, oltre a risvegliarsi, necessita dell’aiuto del resto della squadra.
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