Nainggolan difende Zaniolo: "Massacrato come me"

Intervista esclusiva al centrocampista belga tornato al Cagliari: "Anche io sono stato attaccato sui social, Nicolò deve rispondere solo sul campo. Che errore smantellare la Roma che eliminò il Barcellona. Conte? Grande allenatore, ma..."
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Allora, domani con il Benevento la Serie A ritrova finalmente il Ninja? «Se Di Francesco mi chiama, io ci sono».

Non giochi titolare da cinque mesi e mezzo. Sei preoccupato?

«Pensa, è vero il contrario. Io nella vita sono uno che si diverte solo se gioca».

Ti è mancato molto giocare da titolare?

«Sì, quest’anno in campo stiamo difendendo molto più che un risultato: stiamo difendendo il campionato dal virus».

In che senso?

«Perché il Covid prima ha ucciso il calcio, poi le vite di tutti noi, e alla fine ha ucciso il mondo».

Sei drastico: ti senti pessimista?

«No, sono solo lucido. Io ho avuto il Covid, e sono stato fortunato».

Che cosa intendi?

«Ne sono uscito in soli dieci giorni da tampone positivo a tampone negativo».

E come l’hai vissuta?

«Pensa che dopo la notizia del mio contagio stavo sulla cyclette ad allenarmi».

Eri positivo e correvi in casa?

«Siiì, ma stavo bene, che dovevo fare? Ovviamente tutti leggevano sui giornali che avevo il Covid e mi chiamavano preoccupati: “Radja, come ti senti?”».

Invece?

«Io in quel periodo non ho avuto una sola linea di febbre, mai. Non un solo sintomo. Pazzesco». [...]

Rimpiangi Conte?

(Sospiro) «È un grandissimo tecnico. Ma sono rimasto ferito quando dopo avermi concesso solo otto minuti di partita mi ha indicato come un responsabile di tutto».

Ti è sembrato ingiusto.

«Che potevo fare in otto minuti? Ma non ho aperto polemiche allora, non lo faccio nemmeno adesso. È andata così». [...]

Rimpiangi la Roma?

«Sì. È una città in cui ho passato quattro anni e mezzo importanti».

E in cui torni spesso.

«C’ero anche pochi giorni fa per le visite e i tifosi mi fermavano: “A Radja... ma tu devi tornà arròmaaa!”. Ah ah ah. È bello, no?».

Cosa?

«Non si dimenticano di me. Vuol dire che qualcosa di importante in questa città l’ho lasciato».

Mi dici il momento più bello che hai vissuto in giallorosso?

«Non ho dubbi. La semifinale di Champions. Con Di Francesco in panchina abbiamo ribaltato il Barcellona. Ma ora te lo racconto nel dettaglio».

Oggi Radja è un campione con le sue esperienze e le sue cicatrici, che si preoccupa anche per Nicoló Zaniolo: «Vedo che sta subendo quello che ho subito io. Lo hanno messo nel mirino». Così non resisto alla tentazione di chiedergli di più. Tu ci sei passato, nel tritacarne dei social, con la vicenda della nottata di Capodanno. «E l’ho pagata. Voglio dirlo chiaramente: ho sbagliato io, non dovevo bere, non dovevo comportarmi così. Ma chi è che non fa un errore, nella vita?».

È duro reggere al bombardamento?

«Mi rivedo in Zaniolo perché anche io sono attaccato, trollato sui social. È facile essere messi in mezzo. L’unico modo è ignorare, fregarsene». [...]

Hai un consiglio per Zaniolo?

«Io non faccio il maestro di vita che dà consigli. Ma l’unico modo che ha per rispondere è il campo. Per il resto deve farsi forza e andare avanti. A chi lo attacca risponderà con le prime partite che gioca».

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