CAGLIARI - "La mia nomina non era scontata, per questo devo ringraziare il presidente Giulini. E' un lavoro che nasce da una passione forte, non c'è aspetto economico che tenga, l'onore di rappresentare una società che rappresenta un popolo ed io essendo sardo sento forte questa responsabilità: una nomina accolta a piene mani l'obiettivo di restare più a lungo possibile". Lo ha dichiarato Pierluigi Carta, direttore sportivo del Cagliari, ai microfoni di Radio Sportiva: "Questa pandemia condiziona la quotidianità non solo del calcio. Il ds in primis deve avere un forte legame col tecnico, io ho avuto la fortuna di partire con mister Di Francesco che ha grande esperienza. C' è una unità di intenti forte, nel perseguire la filosofia di ringiovanire la squadra e lo facciamo con i fatti, anche domenica avevamo in campo una difesa giovanissima, una linea forte dettata dal binomio tra club e tecnico".
Godin
"Il colpo Godin è merito del presidente, è chiaro che quando lavori coi giovani non puoi farlo senza una base solida di esperti che devono capire quale è la filosofia, la missione, per aiutare ad abbinare prestazione e risultati che è difficile perché in serie A devi fare veloce ed è un obiettivo che raggiungi solo con unità di intenti diversamente è un giocattolo che si può rompere, qua abbiamo la fortuna di avere giocatori come Joao Pedro, Godin, Nandez che si sono calati subito nella parte".
Nainggolan
"Nainggolan? Chiaro che Radja un giocatore che non scopro, ad ottobre non c'erano le condizioni per poter ripetere questo matrimonio, il Cagliari deve esistere oggi e fra 10 anni, il bilancio è importante, il presidente ci ha provato fortemente ma è giusto che sia andata così. Per gennaio ad oggi non ci sono le condizioni ma manca un mese, se mai ci dovessero essere noi saremmo i più felici del mondo perché sappiamo cosa può dare Radja alla squadra e alla città come entusiasmo e sotto l'aspetto tecnico tattico e di esperienza, è un giocatore che vorrebbero tutti. Niente voli, poi a gennaio vediamo. Cosa caratterizza il Cagliari? L'identità, anche chi non è sardo la percepisce, ci dicono che siamo chiusi e spigolosi, forse abbiamo solo bisogno di tempo in più per manifestarci, le persone intelligenti e di cultura lo percepiscono. Lo si è visto nell'ultimo weekend con la tragedia nel nuorese per cui i giocatori hanno voluto esporre questo striscione. Chi viene in Sardegna piange due volte, quando arrivi e quando te ne vai, uno su tutti Daniele Conti, arrivato da Roma e diventato il nostro capitano e uomo con più presenze".
Zappa e Marin
"Su Zappa è stato bravo il mister a spingere, lo stavamo seguendo, il mister è di Pescara dove lui giocava. Il presupposto deve esser sano poi lo puoi anche sbagliare un acquisto, ma in questo caso con un ragazzo giovane e pulito con cultura del lavoro che ha fatto un campionato da titolare c'erano tutti: poi ripeto puoi sbagliare un giocatore ma i presupposti ci devono essere e qui c'erano tutti. Marin domenica nel secondo tempo è stato uno di quelli che ha guidato la riscossa, come tutti gli stranieri non è facile l'impatto con il nostro calcio soprattutto in quel ruolo, non dobbiamo aver fretta. E' importante se vuoi abbinare prestazione e risultati guarda il Sassuolo: ci vuole tempo e ora si comincia a vedere la bontà del lavoro. Non ci vuole fretta e alla lunga raccoglieremo quello per cui abbiamo gettato le basi".