Bologna, uno stile diverso

Leggi il commento sul pareggio dei rossoblù contro il Benfica in Champions League
Alberto Polverosi
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Può darsi che il pensiero di Italiano, quando ha deciso la formazione per la partita col Benfica, sia volato a un’altra partita, quella di domenica prossima contro la Fiorentina, la sua vecchia squadra. Darebbe chissà cosa per vincerla. Sta di fatto però che anche il Bologna pieno di riserve ha tenuto bene il campo al Da Luz, non proprio uno stadiolo qualsiasi. Qui, tanto per ricordarlo, l’Atletico Madrid ne ha presi quattro, il Bologna zero. Da un tempo all’altro ha cambiato stile: attento, ordinato e un pochino compassato nel primo tempo, in sofferenza nel secondo, quando il Benfica ha alzato il ritmo e creato le prime occasioni da gol. Ma anche in quei momenti difficili, la squadra di Italiano non ha mai rinunciato a ripartire, non si è solo difesa, ha pure provato a colpire.

E’ un discorso fatto già in passato e che ieri ha trovato l’ennesima conferma: il Bologna più di questo non può fare e ieri non ha fatto poco. Ha strappato un pareggio a Lisbona, il suo secondo punto in Champions, lasciando quasi certamente questa Coppa ma mostrando orgoglio e carattere. Per pensare di andare avanti, per entrare nel gruppo di chi spareggia, Italiano avrebbe avuto bisogno di altri interpreti e di un’altra qualità. Magari una volta fuori dalla Champions, la squadra potrà trovare le risorse necessarie per risalire in campionato e proseguire la corsa in Coppa Italia, ma il livello di questa Coppa è troppo più alto del livello del Bologna.

Il gioco, l’atteggiamento, la personalità, nel primo tempo era tutto giusto per i rossoblù che hanno a lungo tenuto palla nella metà campo del Benfica. Tutto giusto ma anche tutto molto sterile. Alla squadra di Italiano è mancata (come spesso accade) la qualità per trasformare quanto di buono produce in fatti concreti. Se in una sfida di questo spessore hai un’occasione, devi segnare. L’occasione è capitata a Dallinga e non ha segnato nemmeno stavolta, mantenendo lo 0 nella casella dei suoi gol stagionali. Certo che Italiano con i centravanti non ha proprio fortuna. A Firenze, alla sua prima stagione, ne aveva uno fortissimo (Vlahovic, 17 gol nel girone d’andata in maglia viola) e a gennaio gliel’hanno venduto. Da allora, quasi solo delusioni, e se deve giocare Dallinga per far rifiatare Castro, il livello si abbassa.

Da Lisbona l’allenatore torna comunque con buone notizie. La prima riguarda Ferguson che ha giocato da leader, come succedeva nella stagione scorsa prima del lungo infortunio. Lo scozzese è di nuovo la figura centrale del Bologna. La seconda è la prestazione di Holm, che Italiano ha spostato a sinistra per marcare Di Maria, anche ieri il migliore del Benfica. Qualche volta gli è scappato, ma molto spesso lo ha costretto a inseguirlo perché il suo modo di difendere era attaccarlo. E quando l’argentino si fermava, lì Holm trovava spazio per costruire. Un lavoraccio per l’ex atalantino, ma non si è mai sottratto alla fatica, non si è mai arreso all’evidenza della tecnica dell’argentino.

Ha un po’ deluso il Benfica, che voleva la vittoria per sentirsi più sicuro della qualificazione agli spareggi visto che le prossime due partite le giocherà in casa col Barcellona e a Torino con la Juve. Il pari non lo mette al riparo da brutte sorprese. Applausi finali a Di Maria, ecco un giocatore che, nonostante l’età, nella Champions ci sta di casa.


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