Un Bologna bellissimo

Leggi il commento al momento dei rossoblù di Italiano, dopo il successo con la Roma
Un Bologna bellissimo© FOTO SCHICCHI
Italo Cucci
3 min

Ho visto un Bologna bellissimo. Cuntent? No? Esagero? Vabbè, a me è piaciuto. E con tutti quei vip petroniani che c’erano all’Olimpico dico che piace alla gente che piace. Che tempi quando scrivevo e dicevo “il Bologna ha vinto, ma che partitaccia!”. Ero a un passo dagli sciampisti, invocavo giuoco! giuoco! giuoco!, poi il Boniperti mi rieducò: non usava ancora quel “vincere è l’unica cosa che conta” - istruttivo come il Maestro Manzi - ma mi pregava di non sottovalutare Parola e Vycpalek che vincevano lo scudetto violando la bellezza. Eppoi che senso ha dire “il Bologna ha maramaldeggiato sulla povera Roma”? Il perdente non è povero di spirito, semmai di qualità. E non è colpa di Italiano - un altro che fino a ieri non stava benissimo - se Juric lasciava giù Dybala e non aveva bipallici in campo se non El Shaarawy. E mi sa tanto di congiura per far fuori il croato: gli è andata bene, ai congiurati, Roma è storicamente specialista in complotti.

Mentre il Bologna ha lavorato ed è riuscito innanzitutto a non farsi turbare dalla pochezza degli avversari; poi ha trovato gli uomini fidati. Come Santiago Castro - gol furbo al 25’ - che a vent’anni ha estro, piede, malizia e veleno come il shushupe, il serpente velenoso più diffuso in Argentina. (M’è piaciuto il soprannome, vorrei che crescesse argentino sopraffino come Rodrigo Palacio, El Trenza, o come Cruz: attendo paziente). Avevo anche preparato, fra il 30’ e il 60’, visti svarioni a bizzeffe anche fra i rossoblù - nell’ardito dialogo d’Italiano fra tre/quattro che si passano la palla c’è sempre qualcuno che non ha il piede buono - l’astuta metafora della partita/scarafone che quando vinci alla brutta a te piace tanto lo stesso. Sentivo già la vittoria e invece Skorupski dà forza, coraggio e occhio a El Shaarawy. E adesso? Quattro minuti e ci pensa Orsolini: con veemenza inaudita si fionda, arriva al limite dell’area, rientra sul sinistro e abbacchia Svilar.

L’Orso è furbo, quando non ce la fa più si sdraia e torna in panca. E qui mi dico che dovrei mandare a mietere il grano tutti quelli che dopo la vittoria orsoliniana sul Lecce mi han detto che ho esagerato. Per loro - che chiamo teneramente minchioni - Orsolini è figurina da Libro Cuore. Perdòno loro perché non sanno quel che dicono. Ad esempio gli ricordo che rovinai l’amicizia con Pippo Inzaghi perché non lo faceva giocare. Nel frattempo al 77’ il terzo gol di Karlsson ha avviato l’Operazione Fiducia: la prossima volta c’è la Lazio, sempre all’Olimpico che però è un altro Olimpico. Quando c’è la Roma sembra che si giochi in Champions. Ci provi, Italiano, e nel frattempo veda se - a proposito - riesce a vincere anche in Europa. Ha ancora quattro partite…


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