Bologna in Champions League: dopo la Juve festa con il bus scoperto in città

Come una famiglia riunita, tutta la squadra, società e staff a seguire la gara di Bergamo in tv e al termine a tutto volume parte la musica della competizione
Bologna in Champions League: dopo la Juve festa con il bus scoperto in città© ANSA
Giorgio Burreddu
4 min

Alzate il volume, questa è la colonna sonora delle vostre vite per l’anno prossimo: la musica della Champions League. A Casteldebole l’hanno sparata a tutto volume (per cinque volte e più), con le casse ultra mega sound super top. La sentivano anche le pietre. Un concerto privato incredibile, che ha scosso il silenzio della notte. Da brividi. Adesso è ufficiale: il Bologna giocherà l’Europa più bella, se l’è meritata. Ma per una notte il mondo rossoblù è dentro a una stanza, tutto il resto fuori. La stanza è quella di Casteldebole dove i giocatori del Bologna si sono riuniti per godersi la partita tra Atalanta e Roma, l’ultimo tassello di un destino rossoblù che ha portato a conquistare la Champions League. I giocatori si sono abbracciati, qualcuno si è anche commosso. È stato fatto un brindisi, riti normali in questi casi. Dopo aver condiviso la gioia con la marea di gente intrufolatasi dentro Casteldebole sabato notte, ieri l’approdo in Champions è stato festeggiato in privato. Condividendo i sentimenti e le lacrime, gli scherzi e i momenti no. Il calcio, del resto, è una cosa semplice. Distratti da tutto ciò che ci gira intorno, spesso ce ne dimentichiamo. Alla fine il senso di questo sport e ciò che vale la pena vivere sta tutto lì dentro: un gruppo di ragazzi e il loro maestro, Thiago, uniti da passione e da un obiettivo. Una cosa così semplice che quest’anno ha permesso di arrivare a toccare il cielo con un dito.

Bologna, festa con il bus scoperto

Lunedì dopo la Juventus ci sarà la passerella con il pullman scoperto. Vedremo. Intanto, quello che impressiona fuori dal centro tecnico è il silenzio. Solamente l’inno della Champions (tratto da “Zadok the Priest” di Handel) l’ha interrotto. Dopo l’adrenalina, il caos, il delirio e tutto il realismo magico di sabato sera, a Casteldebole adesso è tutto calmo. Le quiete dopo la festa. Qualche macchina sulla tangenziale suona il clacson, niente di più. Ci sono i carabinieri, baluardo per una sicurezza preventiva in caso di delirio 2.0. Ma no, non è qui la festa. O meglio: qui c’è un mini-party, che si consuma dentro il centro tecnico Niccolò Galli, dove i giocatori hanno cenato insieme ai dirigenti e digerito una partita che dopo venti minuti o poco più non aveva già più nulla da dire. La notte fuori scorre tranquilla, arriva qualche macchina; qualche bandolero stanco al volante, al massimo qualche curioso che si affaccia a guardare la fortezza di Castel tanto per. La gioia è tutta nel cuore del centro con 5.000 persone.

Bologna, passerella Champions

La processione dopo la partita è veloce, si festeggia il giusto perché domani è già tempo di allenamenti. Il campionato mica è finito. Bisogna però fare i conti con la Storia, con la s maiuscola, quella che il Bologna ha riscritto nell’arco di un campionato. Il primo ad arrivare era stato Tommaso Fini, il team manager più fidato che ci sia. A tutto volume la city car di Ravaglia accompagnato da Lykogiannis. “Granche Chicco, bravo”, gli urlano dalla guardiola. Sono gli unici suoni, gli acuti. Arriva anche Luca Saputo, sono le 20.18. Tentiamo l’assalto: una domanda, futuro presidente. Solo un “grazie” pieno di gentilezza. Poi ecco Zirkzee (fa cenno tutto ok), Nanni, Ndoye, Odgaard, Karlsson, Calafiori (tira giù il finestrino: pugnetto in segno di vittoria), e ovviamente Orsolini, Lollo (che suona il clacson). Naturalmente anche l’ad Claudio Fenucci. Tutti devono tornare a casa, molti in centro. Passerelle da Champions League.


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