Bologna, Santiago Castro è Toto scatenato

L'ultimo arrivo del prezioso mercato rossoblù: "Era il mio soprannome da piccolo, somiglia al modo in cui chiamano Lautaro. Il Toro è il mio riferimento, gioco come lui. E crescerò presto"
Dario Cervellati

BOLOGNA - Fin da quando era ancora un bambino e trascorreva le sue giornate a giocare nel «Barrio San Martin» a Buenos Aires, Santiago Castro per amici e familiari è affettuosamente «Toto». L'assonanza con il nomignolo del suo connazionale argentino e cannoniere dell'Inter, in Italia dal 2018, c'è tutta. «È simile a "Toro" che - conferma il nuovo attaccante classe 2004 del Bologna - è il soprannome di Lautaro Martinez». Un caso, quasi sicuramente sì, ma, forse, perchè no, anche un segno del destino. «Per caratteristiche fisiche gli assomiglio. Aguero e Alvarez sono grandi esempi da seguire, ma Lautaro che gioca in serie A è il giocatore a cui mi ispiro maggiormente. Anche perchè anche a lui piace giocare tra i due centrali». Santiago si descrive. «Sono una punta centrale, un giocatore potente». Ecco un'altra similitudine con l'attuale capocannoniere della serie A, con il "Toro". Castro non ha paura di trovare i punti in comune con un grandissimo. Evidentemente non lo spaventa che comincino i confronti. Sbruffonaggine? Assolutamente no. Consapevolezza delle proprie caratteristiche. Santiago che con il Velez, nonostante un ultimo periodo «difficile» è comunque riuscito a segnare 9 reti in 65 presenze, conosce i propri mezzi, ma sa anche che toccherà a lui riuscire a sfruttarli al meglio. Non una cosa semplice. «Ci sono sempre cose da migliorare. Se non fosse così non si potrebbe crescere. Io ascolto i consigli e spero di poter colmare, con l'aiuto di Motta e del suo staff, le mie mancanze».  

Entusiasmo Castro

L'impatto con l'ambiente è stato super positivo. «Sono stato accolto bene. Più che un gruppo qua al Bologna c'è una famiglia. Lo avevo già intuito guardando la squadra da lontano». Santiago, infatti, già da fine novembre quando Sartori, dopo una partita del Velez contro il Colon, ha cominciato a parlare con l'agente dell'attaccante, si è messo a seguire i rossoblù. 

Castro impressionato dal Bologna

«Mi ha colpito da subito la qualità del gioco e l'intensità. Spesso il Bologna ha il possesso del pallone, ma quando non ce l'ha si muove velocemente per andarselo a riprendere». Castro dunque si era già immaginato tanto prima del suo approdo in rossoblù, ma il calore dello stadio Dall'Ara durante Bologna-Verona l'ha «impressionato. Vedere la partita dal vivo godendomi il tifo del pubblico è stato bellissimo». Santiago si è già messo al lavoro. «Fisicamente sto bene, ma ora non penso alla convocazione per domenica contro l'Atalanta. Penso solo a dare il massimo in ogni allenamento». Perfetto per l'idea di Thiago Motta. 


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Le passioni di Castro

La vita privata di Castro è tutta famiglia, amici, calcio e basket. «Bevo il Mate e - aggiunge ancora - quando ho tempo guardo i filmati delle mie partite per migliorarmi. Guardo anche gli altri attaccanti. Ho visto tanti gol di Da Vaio e l'ho studiato». «Questo - sottolinea proprio Di Vaio - è un giocatore che cerca di apprendere dai vecchi giocatori come me». La passione per il calcio Castro, cresciuto con l'affetto di parenti e amici «mi sono sempre stati vicini nei momenti belli e in quelli meno belli», ce l'ha nel Dna. «L'ho ereditata da mio papà che giocava anche lui. Quando scendo in campo lo faccio per tutta la mia famiglia e per i miei amici». Con loro ha festeggiato il Mondiale dell'Argentina. «Si, abbiamo fatto festa. Ma non una festa lunghissima perchè il giorno dopo avevo allenamento». Ora la gioia è tutta per l'arrivo nel Bologna. «Ero subito convinto di voler venire. Quando la trattativa stava andando per le lunghe ero comunque tranquillo perchè Di Vaio e la società mi rassicuravano». 


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BOLOGNA - Fin da quando era ancora un bambino e trascorreva le sue giornate a giocare nel «Barrio San Martin» a Buenos Aires, Santiago Castro per amici e familiari è affettuosamente «Toto». L'assonanza con il nomignolo del suo connazionale argentino e cannoniere dell'Inter, in Italia dal 2018, c'è tutta. «È simile a "Toro" che - conferma il nuovo attaccante classe 2004 del Bologna - è il soprannome di Lautaro Martinez». Un caso, quasi sicuramente sì, ma, forse, perchè no, anche un segno del destino. «Per caratteristiche fisiche gli assomiglio. Aguero e Alvarez sono grandi esempi da seguire, ma Lautaro che gioca in serie A è il giocatore a cui mi ispiro maggiormente. Anche perchè anche a lui piace giocare tra i due centrali». Santiago si descrive. «Sono una punta centrale, un giocatore potente». Ecco un'altra similitudine con l'attuale capocannoniere della serie A, con il "Toro". Castro non ha paura di trovare i punti in comune con un grandissimo. Evidentemente non lo spaventa che comincino i confronti. Sbruffonaggine? Assolutamente no. Consapevolezza delle proprie caratteristiche. Santiago che con il Velez, nonostante un ultimo periodo «difficile» è comunque riuscito a segnare 9 reti in 65 presenze, conosce i propri mezzi, ma sa anche che toccherà a lui riuscire a sfruttarli al meglio. Non una cosa semplice. «Ci sono sempre cose da migliorare. Se non fosse così non si potrebbe crescere. Io ascolto i consigli e spero di poter colmare, con l'aiuto di Motta e del suo staff, le mie mancanze».  

Entusiasmo Castro

L'impatto con l'ambiente è stato super positivo. «Sono stato accolto bene. Più che un gruppo qua al Bologna c'è una famiglia. Lo avevo già intuito guardando la squadra da lontano». Santiago, infatti, già da fine novembre quando Sartori, dopo una partita del Velez contro il Colon, ha cominciato a parlare con l'agente dell'attaccante, si è messo a seguire i rossoblù. 

Castro impressionato dal Bologna

«Mi ha colpito da subito la qualità del gioco e l'intensità. Spesso il Bologna ha il possesso del pallone, ma quando non ce l'ha si muove velocemente per andarselo a riprendere». Castro dunque si era già immaginato tanto prima del suo approdo in rossoblù, ma il calore dello stadio Dall'Ara durante Bologna-Verona l'ha «impressionato. Vedere la partita dal vivo godendomi il tifo del pubblico è stato bellissimo». Santiago si è già messo al lavoro. «Fisicamente sto bene, ma ora non penso alla convocazione per domenica contro l'Atalanta. Penso solo a dare il massimo in ogni allenamento». Perfetto per l'idea di Thiago Motta. 


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