Bologna, non contate ma pesate questi punti

Leggi il commento sulla squadra di Thiago Motta dopo la vittoria contro il Frosinone
Bologna, non contate ma pesate questi punti© LAPRESSE
Bruno Bartolozzi
4 min

In certi momenti del campionato i punti in classifica non si contano, ma si pesano. E quelli del Bologna, arrivati alla nona giornata di serie A, hanno la densità dell’uranio. La squadra di Motta ha ottenuto 14 punti, giocando con quattro delle prime cinque in classifica e cioè con Inter, Milan, Juventus e Napoli. In alcune di queste gare avrebbe meritato più dei pareggi ottenuti e si potrebbe persino dire che la prima e unica sconfitta, quella con Pioli, sia capitata solo perché il Bologna era in versione sperimentale a causa di quel mercato rivoluzionario che in dieci giorni ha cambiato tutto. Non solo, proprio in quella gara, il secondo tempo rossoblù fu magnifico. Quel Bologna era un germoglio e nonostante questo seppe reagire all’improvvisa gelata. Fra tre giornate Ferguson e compagni incontreranno la Fiorentina e a quel punto verrà ultimato una sorta di percorso da playoff. Se per allora la striscia di risultati senza sconfitte (arrivata a otto) dovesse allungarsi, avremmo un’indicazione chiara: il Bologna può giocarsela sempre con ogni avversario. E quindi, altro effetto di un aritmetica olistica, quando c’è un organismo vivo e potente come quello rossoblù, il valore del tutto è sempre superiore alla somma delle sue parti. Ecco perché ha senso quello che i tifosi hanno chiesto in coro a Motta e alla squadra: portateci in Europa. Certo, a conti fatti, a energie economiche profuse e standard finora accolti, almeno otto squadre hanno una caratura superiore a quella del Bologna o perlomeno godono di un favore predittivo. O meglio ne godevano. Perché poi le previsioni si aggiustano e cambiano in base proprio a quello che succede e che si calcola possa determinare una variazione.

Punti pesanti del Bologna

I punti pesanti del Bologna cominciano a essere un fattore che rende sconnesse le equazioni iniziali. I quattordici punti del Bologna che a sabato sera si traducono in un settimo posto (insieme alla Roma), potrebbero in seguito significare molto di più. Ieri la squadra di Motta ha giocato come sa, dominando una gara e affrontando un avversario valoroso e di qualità, come il Frosinone di Di Francesco (l’allenatore che mise in ginocchio il Barcellona di Messi e che avrebbe poi fatto altrettanto con il Liverpool, senza una serie di complicazioni inutili da rivangare) che ha reagito e lottato come poteva, puntando sulla qualità e non sulla furbizia. È però sul piano della qualitàche il Bologna ha saputo primeggiare. È la costante che farà riscrivere le formule d i questo campionato. Sullo stesso terreno il Bologna ha affrontato le prime della classe, da uragano a uragano, nella sfrontatezza e nel gioco, senza mai sentirsi inferiore e senza mai illudersi di potercela fare, attingendo così le forze ad ogn i risorsa poi spesa in campo, costruendo ogni prestazione con la perseveranza di chi pensa di non poter permettersi il lusso di sprecare nulla. Thiago ha predicato il sogno nell’umiltà, quando il peccato capitale d egli anni passati è stato l’umiltà senza sogno, degenerata in modestia. Thiago possiede l’illusione dei tenaci che non ha confini, perché capace di spostare avanti il proprio orizzonte, scalando montagne che non si sfalderanno. I l Bologna va su leggero perché i suoi punti pesanti sono il propellente per andare in alto. Laddove le illusioni diventano realtà da afferrare con un balzo. 


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