Come un film. Titolo esagerato, “Momenti di gloria”. C’era tanta voglia di portarsi nel lungo e tristo digiuno Mondiale risorse d’allegria. Protagonisti Aebischer, Arnautovic, Ferguson. La trama. «Visto Aebischer?». Cerco di costruirmi la figurina di Michel. «È una mezzala di piede destro - leggo - con spiccate doti offensive. Forte fisicamente, è un centrocampista di manovra dotato di buona tecnica e di buona corsa, sa essere abile sia negli inserimenti in fase offensiva che nel servire assist ai compagni». Verissimo. «Visto Aebischer?». Mi viene in mente - uzzolo dei vecchi - l’antico Giulio Lelovich che rientrava da Zurigo, bussava alla redazione di “Stadio” e mettendo avanti la testa chiedeva, con la sua cantilena ungherese: «Visto Grasshopper?». Non ricordo cosa ci facesse, lui, allora, con le “Cavallette”, ma riusciva a rendere credibile anche il calcio svizzero. Come ieri sera. (Per chi non lo sapesse, Giulio era stato allenatore del Bologna nel 1930\’31, poi nel ‘32, vincendo la riverita Coppa dell’Europa Centrale, aveva fatto parlare della squadra «che tremare il mondo fa», il mantra poi celebrato compiutamente da Arpad Weisz . Un giorno ci disse anche «Visto Bulgarelli?». Lui sì, l’aveva visto per primo. E arruolato nei giovani rossoblù. Allora non ci scappavano, vedi Raspadori…). Racconto per me - si vive anche di ricordi - e anche per Saputo, che ricordi non ha. Il Bologna è stato grande, lo sappia. Michel lo svizzerone mi ha dato un’emozione. Avevo visto la Samp cotta al forno dal Lecce, Quagliarella in lacrime, e cinicamente mi consolavo: c’è sempre qualcuno peggio del peggio. Poi il suo gol al Sassuolo, bello, soprattutto gol. È arrivato a Bologna nel gennaio scorso, Michel - tipo Befana - ed ecco il suo regalo. Se lo porterà ai Mondiali, in Qatar, il Ct della Svizzera Murat Yakin conta su di lui (l’altro mondialista rossoblù è Skorupski, il 16 già in campo con la Polonia). «Visto Aebischer?». Visto. Ma cosa dire del bomber ufficiale? È il 50’. Pallone filtrante di Soriano e Lui stende con allegria Consigli. «Visto Arnautovic?». M’è sembrato di vedere che ridesse già prima di segnare. Un sabato sera così, col Bologna, non lo vivevo da tempo. E bravo Motta che gli ha fatto digerire in fretta il superpanettone nerazzurro. (D’altra parte bisogna capirli, quelli dell’Inter - quelli di Radu - a Bologna ci hanno lasciato lo scudetto, un anno fa). Poi è entrato Berardi, quello che Thiago diceva «non fateci caso». Dionisi ha deciso così, troppo tardi. E arriva il 3 a 0 di Ferguson. Alleluja.