BOLOGNA - Non solo Marko Arnautovic, finalmente nel Bologna ora il gol ha più padroni. E questo è un altro passo avanti nella crescita di una squadra che anche a Napoli, contro un Napoli che fin qua ha dominato sia in Italia che in Europa, se l’è giocata fino in fondo e che a un certo punto ha anche sperato di fabbricare una mezza impresa. Senza Arna, guai a dimenticarlo, che per il Bologna vale quanto Kvaratskhelia per il Napoli, senza Jerdy Schouten che nel centrocampo di Thiago Motta è un calciatore insostituibile, essendo unico come caratteristiche sia tecniche che tattiche, e anche senza Denso Kasius, la cui corsa a un certo punto avrebbe anche potuto diventare importante sulla fascia destra. Certo, il Bologna ha perso, ma il fatto che sia stato costruttivo, abbia avuto l’atteggiamento giusto e abbia segnato due gol (prima) con Joshua Kirkzee e (poi) con Musa Barrow rappresenta la chiave di lettura di come la squadra cominci a mettere in pratica le idee tattiche di Thiago. Il che non significa che il Bologna abbia già raggiunto l’altra riva, no, questo no, di sicuro qualcosa andrà ancora rivisto, ma è anche vero che non sembra più una squadra in mezzo al guado e che piano piano comincia ad avere una propria identità, ora che sta crescendo anche sul piano dell’intensità.
Zirkzee seconda punta, come Musa
Non guardate che Zirkzee a Napoli ha dovuto fare l’Arnautovic, non avendo le caratteristiche per poterlo fare, ma il ragazzo olandese ha evidenziato come sappia vivere bene in area di rigore. Nei pochi minuti che fu impiegato contro l’Empoli colpì una traversa piena, domenica contro il Napoli ha segnato un gol da attaccante vero, e a fine partita non ha nascosto il suo desiderio di giocare un giorno accanto ad Arna. Tenendo presente come tutti i gol che Zirkzee ha fatto l’anno passato a Bruxelles nell’Anderlecht li ha realizzati giocando da seconda punta, che è il ruolo disegnato su misura per lui, per la profondità che sa garantire, a differenza di Arna che viene indietro per ricevere il pallone, lavorarlo e consentire ai compagni nel frattempo di salire. Quando arriverà il giorno delle due punte con il trequartista alle spalle non possiamo saperlo, certo è che dovranno essere anche gli stessi Zirkzee e Barrow a convincere Thiago che quello è il sistema di gioco giusto per permettere al Bologna di svoltare. Sì, questo discorso vale anche per Musa, che a Napoli è stato impiegato più da esterno ma che ha sempre dichiarato come si senta maggiormente una seconda punta, essendo cresciuto in questo ruolo anche nelle giovanili dell’Atalanta.
Dominguez? Dovunque...
Tra l’altro va anche sottolineato quanto sia bravo, concreto ed efficace Nicolas Dominguez come rifinitore, anche se quando l’argentino sta bene fisicamente sa determinare in tutti i ruoli. Da mediano come ha evidenziato nel campionato passato accanto a Mattias Svanberg, da mezzala e ora da centrocampista che lavora tra le linee, non dimenticando come nel Velez Sarsfield giocasse spesso e volentieri proprio in questa posizione. Se la partita di Napoli ha messo in evidenza altri punti? Prima di tutto i passi avanti fatti da Nikola Moro e Lewis Ferguson, il primo più tecnico, il secondo più incursore e più interdittore, poi anche la migliore condizione fisica di Andrea Cambiaso, che fin qua è stato un lontano parente di quello del campionato passato nel Genoa. Poi un pensiero su Michel Aebischer: di volume ne fa tanto, ma nonostante abbia una buona struttura fisica non è forte nei contrasti, e soprattutto non ha cambio di passo, che per un centrocampista è una componente fondamentale.