L’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, in una nota pubblicata sul sito sociale bolla come «sciocchezze, strumentalizzazioni e meschinità» l’isolamento di Sinisa Mihajlovic da parte del presidente, Joey Saputo, e della società, da me raccontato con amarezza e sdegno nell’editoriale di ieri. Aggiunge che il sostegno al tecnico, nella sua nuova delicata battaglia contro la malattia, non è venuto meno, e che un contatto telefonico con lui è avvenuto «in videoconferenza».
Ne prendo atto senza soddisfazione, poiché, come ho già avuto modo di scrivere, il Bologna deve a Sinisa infinitamente molto più di ciò che Sinisa deve al Bologna, come tutti tifosi rossoblù ben sanno. E mi chiedo perciò perché il presidente si sia trattenuto in città e in società per giorni, senza recarsi di persona a trovare il suo prezioso e generoso allenatore, né abbia sentito l’esigenza di rivolgere un saluto personale alla sua famiglia in un momento così particolare.
In concreto non ho però letto nella smentita dell’ad alcun cenno alla volontà di consolidare il rapporto con un tecnico che affronta, per la seconda volta, un calvario sanitario doloroso e complesso senza togliere un briciolo di attenzione e di amore per la sua squadra e che, in condizioni proibitive, e senza il mercato da lui richiesto, ha garantito un piazzamento di classifica e risultati che sono il frutto, oltre che delle sue qualità tecniche, del suo straordinario carisma. Mi piace pensare che si tratti di una dimenticanza e che il club, proprio per smentire le mie «sciocchezze», provvederà presto a rassicurare i tifosi che Sinisa è il presente e il futuro del Bologna. Quanto alle volgari offese personali e censure deontologiche, e a certe velate pressioni, contenute nella lettera dell’ad, lascio ai lettori il compito di giudicare quanto il Corriere dello Sport- Stadio, che ho l’onore di dirigere, rispetti e ami il Bologna. E quanto, piuttosto, lo amino coloro che si trovano a gestirlo.