BOLOGNA - La mattina si alza presto, qualche volta prestissimo, Jerdy Schouten è un ragazzo di buone abitudini. Va all’Isokinetic, si mette in Green Room, che è la stanza dove si lavora sodo per prevenire gli infortuni. Se c’è un giocatore che non ha paura, quello è Schouten. Non teme la fatica, né le sfide. Anche se fuori dal campo è timido e lui, che è gentile e dolce, una volta lo ha detto: «Non mi piace essere così, ma ci sto lavorando».
Non è con la timidezza che ha colonizzato il Bologna, Schouten il centrocampo se l’è preso con le prestazioni maiuscole. E’ a lui che si affida ancora una volta Mihajlovic per affrontare questa sfida del Dall’Ara contro il Sassuolo. Perno del centrocampo, fulcro essenziale del gioco rossoblù, Schouten si è ormai guadagnato la fame di indispensabile. Non succede quasi mai nella vita. Uno è sempre importante, capace, necessario. Lui è diventato indispensabile in un contesto di gioco complesso, che richiede tanto sudore e più ancora cervello.
Passaggi
Su Schouten hanno messo gli occhi un po’ tutti: i grandi club d’Europa hanno già bussato alla porta del Bologna. Silenziosamente, senza farsi scoprire. Perché presto la valutazione di Jerdy triplicherà. A Casteldebole ne sono sicuri, è il principio della valorizzazione del talento. Ma per ora Schouten resta un giocatore fondamentale per il Bologna. Non crede che Mihajlovic lo consideri «un titolare fisso, o almeno io non mi sento tale, ma se qualcuno mi stima tanto mi fa piacere». La verità è che Schouten di seguaci ne ha molti. Il primo è stato Walter Sabatini, l’uomo che lo ha definito il signore del centrocampo. Non a caso Schouten ha il 90% di passaggi completati, una statistica enorme, surreale per uno che [...]
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