Benevento, jolly Glik: da muro a bomber

Il centrale fa valere il suo fisico anche nell'area avversaria, e Inzaghi ottimizza le occasioni su palla inattiva
Benevento, jolly Glik: da muro a bomber© LAPRESSE
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BENEVENTO - «Un passo alla volta stiamo costruendo la nostra impresa». Pippo Inzaghi sintetizza in questa frase affidata a Instagram il suo stato d'animo dopo il pari col Parma e fa intendere che l'ingrediente principale per raggiungere la salvezza è la continuità. Vanno bene anche i “piccoli passi”, importante è non interromperli. «4 punti tra Juve e Parma: se ce lo avessero detto prima, ci avremmo messo la firma», sospira Pippo. Sono i numeri a farla da padroni in questo momento: il vantaggio sul Parma è rimasto di 10 punti, quello sul Cagliari è salito a 8. E le partite cominciano a diminuire: ora ne mancano solo nove.

Da Wembley con furore

E' tornato a segnare in Italia dopo sei anni esatti Kamil Glik. Per lui è stata proprio una settimana speciale: prima la sfida con l'Inghilterra a Wembley con tanto di fascia di capitano sul braccio, poi il gol al Parma. Gli mancava scaraventare il pallone in rete, l'ultima volta c'era riuscito proprio con la sua Polonia in Nations League, storia del 7 settembre 2020 in Bosnia. Ma nel campionato italiano devono venire in aiuto gli astri: l'ultima volta il 4 aprile del 2015, quasi due date coincidenti a distanza di sei anni, maglia del Toro addosso, stadio di Bergamo a fare da cornice.

E pensare che a detta di molti questa volta non avrebbe neanche dovuto giocare. Era tornato giusto in tempo per la rifinitura, dopo aver volato per oltre cinquemila chilometri in appena sette giorni: «Fisicamente stavo bene, mi è bastato rimanere concentrato», ha detto al termine della partita senza nascondere la sua soddisfazione. Spalle possenti, nate per combattere, per evitare che gli attaccanti facciano gol: un muro su cui rimbalzano tutti i palloni più pericolosi, gli altri difensori li ha messi tutti in fila nella graduatoria delle respinte difensive: Bremer, Acerbi, Colley, Tomiyasu, Kjaer. Ma lui fa anche gol, perchè il vizietto non lo ha mai perso: un muro di gomma, insomma, resiliente e propositivo [...]

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