BENEVENTO - Leader. Nelle parole e nei fatti. Carismatico come pochi, esperienza infinita. Kamil Glik ha voluto riassumere in un siggestivo “collage” il suo cammino nelle categorie più importanti in cui ha giocato, la Serie A italiana (16 Bari, 131 Torino, 25 Benevento) e la Ligue 1 francese (128 Monaco) e si è accorto che a La Spezia ha fatto cifra tonda: 300 partite nelle massime serie. In giallorosso ha saltato una sola partita per colpa di una squalifica rimediata contro la Roma, gli è rimasta la diffida, una spada di Damocle che preoccuperebbe chiunque, non lui: «La diffida non è importante, penso solo al presente, alla partita che devo giocare senza farmi condizionare», ha detto senza tentennamenti.
Spartiacque
Ne ha giocate tante in carriera di partite ad alta intensità, tre anni fa in Champions è arrivato fino alla semifinale con la Juventus, la tensione doveva essere alle stelle. Eppure, quando si gioca per un obiettivo importante, non si sta tanto a pensare quanto valga in una scala di valori, ma solo a centrarlo. Sabato a La Spezia era una partita da dentro o fuori, una sconfitta avrebbe complicato di molto il futuro della Strega. «Ho giocato in Champions, è vero – dice Kamil – ma ho anche fatto delle stagioni nel Toro in lotta per la salvezza. Serve sempre la stessa concentrazione e noi dobbiamo guardare avanti con fiducia: il campionato è lungo e abbiamo tanti scontri diretti in casa nostra, a cominciare dalla Fiorentina sabato, per andare poi a Parma, Sassuolo, Cagliari, Udinese. E' questo, più di ogni altro il momento di fare gruppo, perchè può essere uno di quelli che cambia una stagione» [...]
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