BENEVENTO - L'Olimpico è casa sua, c'è cresciuto. Gianluca Caprari l'ha amato quello stadio ed ha sognato da sempre che potesse essere il teatro delle sue gesta calcistiche. Sin da quando appena quattordicenne confezionò il primo “assist” della sua carriera giallorossa. 26 gennaio del 2008, il ragazzo della Rustica era uno dei raccattapalle della Roma, vide un pallone uscire fuori dal rettangolo di gioco e con la “Magica” in difficoltà pensò di affrettare i tempi, di mettere la sfera sulla bandierina e farla battere rapidamente. Il destino volle che su quel corner Amantino Mancini trovasse il gol della vittoria contro il Palermo, con patron Zamparini che pensò bene di infuriarsi proprio contro di lui. Un episodio che sottolinea la sua romanità, il suo attaccamento a quella squadra che lo ha svezzato, che fa il paio con quella scelta per niente casuale lo scorso agosto di legarsi alla “scuderia” di Francesco Totti, il suo idolo sin da bambino quando aveva il suo poster appeso al muro della stanzetta.
Tra una settimana rivivrà quelle sensazioni di sempre ogni volta che torna tra le mura dello stadio della Roma, magari gli mancherà l'urlo della Sud, ma la suggestione sarà la stessa. Caprari ci arriva da miglior cannoniere del Benevento in queste prime tre giornate, grazie alla doppietta rifilata all'Inter. E' stato un bel modo per presentarsi ai suoi nuovi tifosi, insieme all'assist fornito a Caldirola in occasione del secondo gol di Genova contro la Samp. Per lui seconda trasferta da ex, dopo quella di Marassi. Col destino che gli ha riservato ancora una maglia giallorossa, quella della sua nuova squadra, il Benevento.