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Cinque giornate alla fine e l'ombra dello spareggio alle porte qualora le due squadre finissero a pari punti

&Eacute; cominciata la volata finale. Un mini campionato da 5 giornate per lo Scudetto con Inter e Napoli appaiate a 71 punti e l&rsquo;ombra di uno spareggio per assegnare il titolo che, a un mese dalla fine, non &egrave; pi&ugrave; uno scenario cos&igrave; impossibile. S&igrave;, perch&eacute; dal 2022-23 &egrave; stata introdotta la sfida secca per diventare campione d&rsquo;Italia, in caso di arrivo a parit&agrave; di punteggio tra due squadre. Un esito che ha avuto un unico precedente, p

Sfida da scudetto al rush finale: per i nerazzurri non è l’unica, i partenopei hanno consumato ora l’aggancio. Due stagioni diversamente straordinarie. E sullo sfondo, per assegnare il titolo di Campione d’Italia, potrebbe esserci persino l’epilogo dello spareggio

L&rsquo;Inter ha tre fronti aperti, tre traguardi l&igrave; vicini, quasi li tocca, ma al tempo stesso possono scappare via. Convinzione (di farcela) e apprensione (di non farcela) si mischiano in questi ultimi 40 giorni di calcio.

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<h2>La condizione dell&rsquo;Inter: voto 6.5</h2>

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La fatica comincia a farsi sentire. E&rsquo; inevitabile dopo una stagione che, per meriti evidenti, sembra non finire mai alla Pinetina. Mercoled&igrave; scorso, contro il Bayern, con una fiammata di tre minuti aveva incenerito i bavaresi e qualcosa ha pagato a Bologna, la fatal Bologna nerazzurra, quando nel finale si &egrave; fatta spingere tutta indietro, davanti alla propria area di rigore. A Inzaghi sta mancando qualche ricambio, la lunga assenza di Dumfries e Zielinski non lo ha certo aiutato, domenica non aveva nemmeno Thuram e sostituirlo col deludentissimo Taremi &egrave; come fare un passo indietro sotto tutti gli aspetti. Dumfries e Zielinski potrebbero riavvicinarsi alla partita sabato prossimo, contro la Roma, lo stesso va detto per Thuram che ha la possibilit&agrave; di riprendere il posto da titolare contro il Barcellona.

<h2>Il calendario dell&rsquo;Inter: voto 7.5</h2>

Per l&rsquo;Inter incidono le coppe. Domani la semifinale di Coppa Italia col derby (e c&rsquo;&egrave; il rischio, per Inzaghi, anche dei supplementari dopo l&rsquo;1-1 dell&rsquo;andata), sabato la Roma in corsa per l&rsquo;Europa, il mercoled&igrave; seguente la semifinale d&rsquo;andata di Champions a Barcellona. Ci vogliono molte energie. Peraltro, anche il solo calendario della Serie A sembra pi&ugrave; favorevole al Napoli, visto che i nerazzurri nelle ultime cinque gare dovranno incontrare le due romane che puntano all&rsquo;Europa, il Verona ancora in corsa per la salvezza e solo due squadre, Torino e Como, senza obiettivi.

<h2>L&rsquo;uomo-forte: voto 8</h2>

Facile: Lautaro Martinez. Il capitano &egrave; in una forma fantastica, segna e trascina, fa gioco e rifinisce, in campo mette una grinta e una rabbia che fanno paura. Ha fame Lautaro. Non si accontenta, non si ferma, non si arrende mai. Per ora ha segnato meno del solito, ma non si pu&ograve; dire che il suo rendimento sia inferiore a quello degli anni scorsi. E&rsquo; sempre pi&ugrave; leader dei campioni d&rsquo;Italia.

<h2>L&rsquo;uomo-sorpresa: voto 7</h2>

L&rsquo;Inter &egrave; sempre la stessa, o quasi. La sorpresa nel suo caso &egrave; relativa. Non possiamo indicare nemmeno Arnautovic perch&eacute; in questa stagione sta mantenendo una media-gol incredibile. E ovviamente non saranno mai una sorpresa Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan, la forza trainante della squadra. Il nome che ci viene in mente &egrave; quello di Carlos Augusto. L&rsquo;ex del Monza ha segnato il primo gol a Bergamo, &egrave; stato fra i migliori anche domenica scorsa a Bologna. Gioca da esterno sinistro o da difensore, il rendimento &egrave; sempre costante.

<h2>Ambiente dell&rsquo;Inter: voto 7</h2>

Fuori dalla Pinetina si passa da momenti di euforia (&ldquo;rifacciamo il triplete&rdquo;) a momenti di spavento (&ldquo;non abbiamo ancora vinto nulla&rdquo;). L&rsquo;Inter &egrave; un blocco unico, squadra-allenatore-tifosi, ma la possibilit&agrave; di vedersi sfuggire di mano ogni traguardo &egrave; fastidiosa. Inzaghi (esclusi i &rsquo;90 di ogni partita...) riporta equilibrio durante la settimana, rasserena l&rsquo;ambiente, lo normalizza, ma anche lui sa di trovarsi nel momento decisivo della sua brillante avventura interista.

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<h2>Come sta il Napoli</h2>

Se lo vince, fa un capolavoro. Se lo perde, per la gente &egrave; un&rsquo;altra delusione. La realt&agrave; &egrave; che in questo campionato il Napoli sta facendo qualcosa di straordinario, proprio come l&rsquo;Inter (su tre fronti) e se per i tifosi solo la vittoria pu&ograve; fare davvero la differenza, in modo pi&ugrave; sereno va considerato il percorso e quello di Conte e dei suoi ragazzi &egrave; stato finora un percorso incredibile.

<h2>La condizione del Napoli: voto 6.5</h2>

A Monza, contro una squadra praticamente retrocessa, per prendersi i tre punti il Napoli ha fatto tanta fatica. Troppa. Forse avvertiva la tensione, forse la stanchezza. Era stato pi&ugrave; semplice mettere sotto l&rsquo;Empoli (ancora in corsa per la salvezza) nel turno precedente, mentre a Bologna, a met&agrave; aprile, aveva patito le pene dell&rsquo;inferno. Insomma, la brillantezza non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave;, ma del resto ora contano solo i punti. La nuova assenza di Neres (difficile rientri col Torino) toglie fantasia e incisivit&agrave; alla squadra, quella contemporanea di Buongiorno (lui col Toro potrebbe farcela, ci tiene da ex) e Juan Jesus (stagione finita) porta via consistenza alla difesa.

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<h2>Il calendario del Napoli, voto 6.5</h2>

Torino, poi a Lecce, Genoa, poi a Parma, infine Cagliari al Maradona. Due avversarie senza traguardi da raggiungere (Toro e Genoa), due di sicuro in lotta per non retrocedere (Lecce e Parma) e un&rsquo;altra, il Cagliari, che all&rsquo;ultima di campionato potrebbe aver gi&agrave; conquistato la salvezza. E&rsquo; un programma per niente insidioso, ma tutto dipende dal Napoli. Se &egrave; quello di Monza, sar&agrave; un finale complicato, altrimenti sar&agrave; una bella volata.

<h2>L&rsquo;uomo-forte: voto 7.5</h2>

&Egrave; Scott McTominay, nove gol (e quattro assist) in campionato, solo uno in meno di Reijnders, il capocannoniere dei centrocampisti della Serie A. Le ultime due partite si sono risolte grazie a questo scozzese dotato di tutto, tecnica, fisico, forza atletica, sensibilit&agrave; tattica. Doppietta contro l&rsquo;Empoli e gol decisivo a Monza, tre colpi negli ultimi 180 minuti. Arriva da dietro e sorprende chiunque, la sua capacit&agrave; di scomparire in un attimo per riapparire libero in area avversaria &egrave; sorprendente.

<h2>L&rsquo;uomo-sorpresa: voto 7</h2>

Facciamo il nome di Giacomo Raspadori che a Monza, appena entrato, ha piazzato la palla sulla testa di McTominay per la vittoria del Napoli. Non ha segnato molto perch&eacute; non ha giocato molto, quattro gol in ventun presenze, con appena sette da titolare. Ha avuto il suo momento di gloria quando &egrave; mancato Neres e Conte, cambiando modulo, lo ha messo al fianco e alle spalle di Lukaku: quattro partite da titolare e tre gol. Forse &egrave; il caso di dargli un po&rsquo; di spazio in pi&ugrave;.

<h2>Ambiente del Napoli: voto 6.5</h2>

Il Brianteo era quasi tutto azzurro, la gente ci crede, sogna lo scudetto ed &egrave; pronta a una nuova grande festa. Le recenti uscite di Conte, con le risposte indirette di De Laurentiis, non hanno contribuito per&ograve; a dare serenit&agrave; all&rsquo;ambiente, tutt&rsquo;altro. Oggi pi&ugrave; che mai il Napoli ha bisogno di una spinta in una sola direzione. I chiarimenti meglio a fine stagione. C&rsquo;&egrave; da immaginare che da ora fino alla fine andr&agrave; cos&igrave;, tutti insieme verso un sogno.

Come stanno Inter e Napoli: dalla condizione all'ambiente, tutti i voti alle due contentendi per lo Scudetto

Lettera al tecnico azzurro dopo le ultime dichiarazioni

Ma&nbsp;che cos&rsquo;&egrave; questo subbuglio, questo arrevuoto come diciamo nel golfo, questo malcontento, questo malumore, questa iradidd&igrave;o e di Conte, che cosa sta succedendo mentre il pallone rotola al Maradona, sempre pieno, sempre appassionato, e stiamo contendendo lo scudetto all&rsquo;Inter, alla corazzata Inter. Che cos&rsquo;&egrave; si avisse fatto a n&rsquo;ato chello ch&rsquo;&rsquo;e fatto a me, che significa carissimo Antonio Conte avere dato fuoco alla dinamite con la sua frase ormai planetaria, &laquo;tante cose a Napoli non si possono fare&raquo;?&nbsp;&nbsp;

Maronn&rsquo;, qual &egrave; la sua meraviglia, Antonio carissimo? Sono duemilacinquecento anni che &laquo;tante cose a Napoli non si possono fare&raquo;. Lo sapeva benissimo, caro Antonio, venendo davanti a questo mare azzurro (ma Pino Daniele ammonisce &laquo;chi tene &rsquo;o mare, &rsquo;o ssaje nun tene niente&raquo;). Lo sapeva che Napoli &egrave; una valle di lacrime, suspiri e marechiaro. Napoli &egrave; un mondo fuori dal mondo, nel pallone come nel resto. Napoli &egrave; periferia geografica e geopolitica, nella vita e nel calcio, &egrave; periferia di tutto, eliminata dalla scena per colpe sue, ovviamente, ma anche per malanimo altrui e congiunture storiche, per razzismo conclamato (Vesuvio lavali col fuoco).&nbsp;&nbsp;

Napoli &egrave; condannata a una bellezza sofferta, vilipesa. &Egrave; madre e matrigna, &egrave; vecchia, &egrave; antica. Bella e impossibile. Un giorno ti ama e altri cento giorni ti uccide. Sotto la panchina di Eraldo Monzeglio, un gentiluomo, un campione del mondo, sparavano tracchi intimidatori. Hanno fatto sanguinare il cuore di Bruno Pesaola, il cuore pi&ugrave; azzurro e generoso che abbia mai conosciuto. Volevano cacciare Spalletti prima che vincesse lo scudetto. Emigriamo, ce ne andiamo. Siamo degli eterni feriti a morte. Gli artisti, gli scrittori, gli attori, se vogliono fare carriera, devono andare a Roma, a Milano. Napoli pretende molto e ti d&agrave; poco. &Egrave; una scuola di vita, di resistenza, di orgoglio, di sopravvivenza in molti casi.&nbsp;&nbsp;

Che cosa la disturba, Antonio? La disturbano i roditori da tastiera, i social, certe trasmissioni televisive, certe campagne giornalistiche, i tifosi sapientoni? Dopo Monza, lei ha parlato di sciacallaggio e avvoltoi. Lei ha anche detto &laquo;i tifosi napoletani vogliono vincere e se non vinci diventano cattivi&raquo;. Ma quando mai? Chi sono questi tifosi, la solita minoranza facinorosa e contro tutto e tutti?&nbsp;&nbsp;

Sono vecchio quanto il Napoli, nato appena otto anni prima di me, e ne ho viste tante, invasioni di campo e sei retrocessioni, il fallimento e la Serie C e siamo stati cattivi negli anni peggiori. Con Maradona, la rabbia, il vittimismo e le rivolte sono finiti. Il tifo &egrave; diventato civile, lo stadio non &egrave; pi&ugrave; ostaggio di frange ricattatorie. Perch&eacute; dare retta allo &ldquo;sciacallaggio&rdquo; di pochi, ai pochi avvoltoi, al tifo contrario per partito preso?&nbsp;&nbsp;

Lei &egrave; un grande tecnico, caro Antonio, ancora una volta sta facendo un lavoro straordinario, ha portato il Napoli al di l&agrave; delle potenzialit&agrave; della squadra, ha un gruppo di giocatori pronti a sacrificarsi per lei, e questa &egrave; gi&agrave; un grandissima vittoria, perch&eacute; dare ascolto ai soliti bastian contrari, oppositori ciechi per professione, anime tristi e cuori aridi? Si metta la cera nelle orecchie (come Ulisse) per sfuggire alle cattive sirene.&nbsp;&nbsp; 
A Napoli niente &egrave; facile, perci&ograve; le sfide sono pi&ugrave; belle. Qualcosa si pu&ograve; fare. De Laurentiis, col Napoli, ha realizzato la migliore azienda cittadina. Un club senza debiti, che paga puntualmente, capace di attrarre calciatori di livello, conquistando le prime posizioni in Italia e ripetutamente in corsa in Europa. Lei &egrave; Antonio Conte con l&rsquo;ossessione della vittoria perch&eacute; tanto &egrave; il suo lavoro, tanta la passione, la dedizione, la competenza, al calcio dedica la sua vita. Ha un contratto di tre anni col Napoli. Nessuno le chiede di vincere, ma di portare la squadra a un livello pi&ugrave; alto, a una competitivit&agrave; duratura. La sua tenacia ha portato in alto una squadra in completo deliquio l&rsquo;anno scorso. Ha gi&agrave; vinto e si pu&ograve; andare avanti migliorando. Ci sono buone condizioni, non eccelse ma buone, per migliorare. La citt&agrave; e il popolo napoletano mi emozionano, cos&igrave; lei ha detto, caro Antonio. Tenga duro nella sfida che ha scelto liberamente. Non si arrenda.&nbsp;&nbsp;

So che rimarrebbe volentieri a Napoli, ma non pretenda la luna che nessun altro club italiano, cos&igrave; come sono combinate le stesse grandi societ&agrave; tradizionalmente vincenti, potrebbe offrirle. Il Napoli ha i suoi limiti (campi di allenamento, centro sportivo, una sede nobile, un&rsquo;autogestione familiare), ma vuole mettere la luna a Marechiaro? Il Napoli non potr&agrave; mai comprare Mbapp&eacute;, Vinicius e Lamine Yamal, ma non se li possono permettere anche gli altri club della penisola.&nbsp;&nbsp;

Lei &egrave; uscito dal campo di Monza furioso. Non legga e spenga la televisione, carissimo Antonio. Continui il suo lavoro straordinario. Solo se &egrave; venuta meno l&rsquo;intesa col presidente capirei il suo malumore. Il presidente chiede un piazzamento per la Champions e lei, invece, vuole vincere tutto e il massimo? &Egrave; questo il punto di frizione con Aurelio per il futuro? Ma non si faccia battere dalla &ldquo;piazza&rdquo;, dagli sciacalli e dagli avvoltoi. Quale &ldquo;piazza&rdquo;, poi? Solo vicoli dove non entra il sole.&nbsp;&nbsp;

Al di l&agrave; dei risultati che otterr&agrave;, caro Conte, Napoli &egrave; al suo fianco. Sorrida perch&eacute; lei &egrave; il pi&ugrave; forte e ha uno staff di prim&rsquo;ordine.&nbsp;

Napoli, Conte faccia come Ulisse

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