L'Inter non ha vinto. L’Inter adesso è a tre punti dal Napoli e le manca sempre una partita, quella di Firenze. Quella di Bove. L’Inter è la più forte, sa interpretare tutti i generi e i copioni, ha Lautaro e Thuram, Barella, Bastoni e Dimarco e se a un certo punto le togli Lautaro, Dimarco e Bastoni per Taremi, Carlos Augusto e Buchanan - quando le mancano Calhanoglu e Mkhitaryan - qualsiasi avversario si sorprende a respirare di nuovo e bene e guadagna in fiducia.
L’Inter conta, mentre il Bologna sconta la propria realtà periferica. Però il Bologna... Però il Bologna (anche) ieri ha giocato una grande partita, a lungo meglio dei campioni: alla fine registro 14 conclusioni (con un palo di Moro) per Italiano e 12 per Inzaghi.
Il Bologna non ha praticato la difesa a oltranza, ha mosso il pallone (come a Torino con la Juve, come in casa con la Roma) e insomma se l’è giocata e ha creato, messo in apprensione Sommer e le due volte si è arreso al contropiede: Italiano commette spesso questo peccato e allora gli consiglio di andarsi a confessare in una chiesa giubilare per ottenere l’assoluzione tombale. Questo è l’anno giusto.
Ad ogni modo Inzaghi lo capisco: deve tenere tutti in tensione, non può permettersi scelte definitive, è ancora in un tempo rimediabile, tuttavia alcuni cambi a blocchi continuano a destare perplessità.
Ho la sensazione che si sia capito: sono ammirato, ma non sorpreso, dal lavoro che sta facendo Italiano. La squadra è cresciuta tanto, gioca con una personalità e una leggerezza incoraggianti: Castro, Odgaard, Freuler, Beukema e Moro mi sono piaciuti un sacco. L’assenza di Lucumi si è avvertita, perché Casale è fuori condizione, così come Lykogiannis: entrambi avevano comunque delle belle gatte da pelare.