Vogliono farla giocare a porte chiuse o in un’altra città (non so chi ha proposto Como, e perché no, allora, Milanello o lo stadio di Varese?). Sarebbe l’ennesimo sfregio e l’ultimo affronto per Bologna. C’è gente che, proprio attorno allo stadio Dall’Ara, ha perso grande parte della propria esistenza. Auto, piccoli risparmi, attività andate per aria, abitazioni. Ci sono donne e uomini che lottano contro il fango da sabato notte per rimettere in piedi la parte Ovest della città. C’è Simone Farinelli, travolto e ucciso dalla melma e dall’acqua a Pianoro, mentre andava a trovare la mamma. C’è il pasticciere del cuore, Federico Asta, amante di Bologna e dello sport bolognese, proprio mentre aveva dato ordine di distribuire i prodotti della propria attività ai volontari che lottavano contro il fango, proprio su quel fango, in moto, lunedì mattina, è scivolato ed è morto. Il tentativo di far giocare ugualmente una partita come Bologna-Milan, mentre le scuole si fermano, le aziende fanno lavorare in remoto, le attività sportive chiudono, mentre il basket e la boxe nei due appuntamenti importantissimi di oggi e domenica si trasferiscono o si annullano, mentre il cuore di Bologna si serra nel dolore, è comprensibile solo nella logica dei grandi poteri.
Questi però calpestano le sensibilità dei territori e delle genti di cui dovrebbero essere in qualche modo rappresentanti. Si dice che il problema della modernità sia nella distanza delle burocrazie istituzionali dal paese reale. Lo vediamo nei cosiddetti dispositivi democratici che in Europa e in Italia esercitano la funzione esecutiva spesso sganciati dalle deleghe e dalle rappresentanze. Lo vediamo anche nel più piccolo, ma ugualmente potente, esempio del calcio. Se davvero si costringesse la città ad allestirsi a muto e doloroso foyer per un evento a porte chiuse (o fuori da Bologna), senza la gente, anzi contro la gente, avremmo dato un esempio lampante dell’ormai incommensurabile distanza fra le istituzioni e il popolo. Si, usiamo questo termine: il popolo. Visto che in questa maniera si toglierebbe anche di mezzo la rilevante percentuale dell’incasso della partita con il Milan che il Bologna avrebbe messo a disposizione degli alluvionati. Negli antichi regimi se il popolo aveva fame c’era l’idea di offrirgli delle brioches. Ora si mangiano pure quelle.