Giorno uno del nuovo calcio

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
3 min
Giorno 1 del nuovo calcio. Da oggi si fa tremendamente sul serio e la curiosità è tanta. Si fa sul serio per un sacco di ragioni che provo a elencare. 

1) Il mercato è chiuso e nessuno può più lamentarsi dell’incompletezza della rosa, delle distrazioni da richieste in arrivo, delle minacce dei dirigenti con le forbici appuntite e la necessità di tagliare posti e stipendi. Adesso gli allenatori hanno a disposizione tutti (o quasi) i giocatori e sono fatalmente condannati a scegliere. 
2) Martedì scatta la Superchampions, in seguito toccherà a Europa League e Conference, tutti tornei con formule inedite. Otto rappresentanti della Serie A avranno impegni internazionali fino a gennaio e dovranno misurarsi su due distinte classifiche che, a seconda della posizione del momento e degli obiettivi perseguibili, determineranno esclusioni e ingressi. Turnover a gogo, my friends. 
3) Più impegni importanti, più premi (milioni), più interessi e tensioni, pressioni, infortuni, polemiche. Più esoneri. 
4) Un’altra novità è costituita dal numero degli svincolati, mai così numerosi e di qualità: un autentico fenomeno col quale i club saranno verosimilmente costretti a fare i conti. 
È l’alba del nuovo calcio, di un calcio che privilegia i grandi eventi, svilisce i campionati nazionali e aumenta notevolmente il valore e l’appeal dei primi 4 o 5 posti della classifica. 
Prova ne sia che tre squadre hanno chiuso la campagna acquisti con un saldo fortemente negativo perché hanno investito come mai nelle ultime tre stagioni proprio per tentare di garantirsi una delle posizioni da Champions. Mi riferisco a Juve, Napoli e Roma.  
Due o tre domande sorgono allora spontanee: lo spettacolo aumenterà? La moltiplicazione dell’offerta televisiva produrrà assuefazione? 
E, tornando al mercato aperto ben oltre l’inizio dei tornei nazionali, perché non studiare una soluzione in grado di accontentare tecnici, giocatori e agenti? Tanto sappiamo bene che gli unici a volere il mercato lungo sono i club, gli amministrativi, quelli dei conti da aggiustare. 
Penso che un modo ci sarebbe, partendo dalla chiusura della sessione a fine luglio. Ed è l’opportunità offerta alle società di disporre di uno o due jolly da spendere in caso di necessità. Per jolly intendo la possibilità di acquistare o cedere un giocatore anche a mercato chiuso. 


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