Serie A, ricomincio da stress

Turnover, infortuni e rinunce alle nazionali si moltiplicheranno: troppi impegni. L’Inter è strafavorita: ha lavorato prima e meglio della concorrenza
Ivan Zazzaroni
5 min
Dimenticate tutto quello che avete pensato e visto fino a ieri. Riponete nel cassettone del nulla i luoghi comuni, le certezze, le illusioni più pie: il campionato che comincia oggi pomeriggio non c’entra un fico secco con i precedenti, si porta dentro un’ombra; l’ombra di ciò che vorrebbe essere, ma non potrà essere.  

A stravolgere i contenuti della Serie A 24-25 è il numero degli appuntamenti internazionali, in primis la SuperChampions che non prevede ripescaggi e, per Inter e Juve, il Mondiale club che rende infinita la stagione. 
Aggiungo l’altro elemento fortemente condizionante: tutte le big - tranne l’Inter - partono incomplete e non solo per l’assenza di una, due o addirittura tre pedine-chiave. La Juve ha appena reintegrato McKennie, il centrocampista più dinamico a disposizione di Motta, e non escludo che possa recuperare altri “esiliati” (non si può parlare di esuberi quando il totale dei giocatori praticabili è inferiore a 25); sempre la Juve abbraccia in queste ore Nico Gonzalez e attende Koopmeiners, un altro esterno e che qualche “fuori progetto” si tolga dalle balle.  
Fofana completa il Milan poco prima dell’esordio dei compagni col Toro, ma deve ancora ricevere il libretto delle istruzioni. Fonseca ha appena annunciato che il mercato chiude qui, io non escludo che all’ultimo possa invece riservare la sorpresona. La butto lì: Federico Chiesa.  
L’Atalanta sta per mollare Koop e deve mettere a regime Retegui che con Gasperini si è allenato il minimo. Al tecnico serve anche altro, di sicuro un paio di centrocampisti. 
Il Bologna da Champions è più povero dello scorso anno, avendo perso Zirkzee e Calafiori e inseguendo ancora un difensore centrale e un centrocampista.  
Della Roma leggete costantemente le evoluzioni dybaliane: scaduta la clausola, si ritrova con l’argentino corteggiato dagli arabi (Ramadani chi l’ha messo in mezzo?) e almeno altri tre ruoli da coprire.  
La Lazio è la scommessa dell’anno: ha cambiato faccia e sostituito la qualità e l’esperienza con la freschezza. Dia non mi dispiace affatto. 
La Fiorentina giocherà la prima e forse anche la seconda senza Gudmundsson, l’acquisto più importante della sua estate.  
Quello che sta accadendo al Napoli è paradossale: non riesce a vendere il suo campione da 130 milioni e si ritrova senza centravanti titolare. Conte per ora abbozza: fino a quando? È vero che al momento della firma del contratto sapeva quali erano i passaggi principali della campagna acquisti, mai si sarebbe aspettato tuttavia di ritrovarsi dopo ferragosto senza un ruolo fondamentale e almeno tre alternative di livello in altre posizioni.  
Negli ultimi anni è capitato spesso che una o più squadre acquistassero il meglio a fine agosto, questa estate supera però ogni più grigia previsione: i nostri dirigenti dovrebbero ringraziare le Olimpiadi che per una ventina di giorni hanno piacevolmente distratto i giornalisti dai casini di mercato del calcio italiano. 
Partiamo con una serie di notevoli handicap nella stagione che avrebbe richiesto la riduzione della distanza dalle top europee. 
La Snai non quota turnover, infortuni muscolari, esoneri di allenatori. E non se la sente di anticipare il numero delle rinunce alle chiamate delle nazionali: temo che i giocatori più impegnati possano accusare i sintomi del vaiolo delle scimmie proprio alla vigilia delle convocazioni per la Nations League, ad esempio.  
Tentare un pronostico accettabile non è comunque difficile: basta richiedere una copia del pendolino dell’indimenticabile Maurizio Mosca e fermarne i giri a piacere. 
Sono convinto che si arresterebbe a più riprese sull’Inter di nuovo campione d’Italia.  
Il resto è vita. 


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