Serie A al via, le 50 domande al campionato

Analizziamo la stagione che sta per iniziare. Nella griglia di partenza spicca la squadra di Inzaghi, più completa rispetto all’anno scorso. Dal vertice alla lotta per la salvezza: ecco cosa dobbiamo aspettarci
Serie A al via, le 50 domande al campionato
Alberto Polverosi

(1) Avvio rapido: chi vincerà il campionato?

«L’Inter».

(2) Chi sono le sue vere rivali?

«Juventus, Napoli e Milan, ma tutte solo a certe condizioni».

(3) La Roma e l’Atalanta sono fuori dal giro?

«Sono più distanti».

(4) Ricominciamo: Inter favorita, perché?

«Strafavorita. Le ragioni sono soprattutto tecniche. Era già forte, fortissima, ora lo è di più e soprattutto è più completa. Taremi e Zielinski rendono ancora più ampie le scelte di Inzaghi. Non vorremmo esagerare, ma se l’Inter iscrivesse due squadre alla Serie A rischierebbe di arrivare prima e seconda».

(5) Quindi se non vince lo scudetto è un fallimento.

«Un vero fallimento».

(6) Juve prima rivale, ma a certe condizioni. Quali?

«Le amichevoli non sono andate bene, né come risultati, né come gioco. La squadra ha bisogno di aumentare ancora il proprio livello tecnico».

(7) Quale sarà il vero problema di Thiago Motta?

«Dovrà sperimentare un nuovo aspetto fondamentale del proprio lavoro: la gestione. Finora, nella sua breve carriera, ha allenato squadre che giocavano una partita a settimana, con la Champions le partite saranno due. Le prospettive cambiano in modo deciso, così come il lavoro di allenatore».

(8) Però gli juventini si aspettano il riscatto.

«Logico che sia così. Sono stati abituati male da Conte, Allegri 1 e Sarri, con nove scudetti di fila. Thiago dovrà reggere anche questa pressione».

(9) Seconda rivale dei campioni d’Italia: il Napoli.

«Che in Coppa Italia se l’è vista brutta. Non è stato un buon inizio, ma aspettiamo. Il problema principale per Conte è il ritardo della soluzione del caso-Osimhen. Tanto per dare un’idea, contro il Modena sono arrivati almeno quindici cross alti in area, dove c’era Raspadori...».

(10) Erano i cross per il centravanti atteso...

«I cross per Lukaku, che l’allenatore aspetta da tempo».


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(11) Cosa darà Conte al Napoli?

«Tutto se stesso, ma se non lo aiutano non può fare da solo 41 punti, quelli del distacco dall’Inter del campionato scorso».

(12) Terza rivale, il Milan.

«Pioli ha vinto uno scudetto quando nessuno se lo immaginava, con un organico inferiore ad altre squadre. A Fonseca sono stati consegnati tre giocatori di livello, ora tocca a lui riportare il Milan nella lotta allo scudetto». 

(13) Al di là degli acquisti, c’è già qualche novità a Milanello?

«Sì, va seguito con attenzione l’inserimento di Chukwueze a destra col conseguente spostamento di Pulisic alle spalle di Morata».

(14) E poi c’è l’Atalanta.

«La conferma di Gasperini è una garanzia totale, al di là delle situazioni di mercato».

(15) Retegui farà rimpiangere l’infortunato Scamacca?

«Hanno caratteristiche differenti, ma l’ex genoano in area di rigore è un animale».

(16) Da Thiago Motta a Italiano, come cambierà il Bologna?

«Non molto sul piano del gioco. C’è una differenza, a favore dell’ex viola, come esperienza: Italiano conosce le coppe. Anche se naturalmente la Conference non è minimamente paragonabile alla Champions, si giocano sempre tre partite in sette giorni e a Firenze ha portato i viola a giocare 60 partite in una stagione».

(17) Però parte senza i due giocatori più forti del campionato scorso.

«Calafiori e Zirkzee sono stati decisivi, ma le amichevoli hanno mostrato un Castro in ottime condizioni. E poi va aspettato il miglior Dallinga». 

(18) La Roma è da Champions?

«Sì. Sono arrivati giocatori di livello come Dobvyk e Soulé. Dobbiamo capire che fine farà Dybala, però la squadra ha tanto per puntare ai primi quattro posti».

(19) Dunque, tocca a De Rossi.

«Che ora si trova a guidare la sua Roma dall’inizio della stagione. L’anno scorso, entrato al posto di Mourinho, doveva risolvere qualche problema e c’è riuscito bene. Adesso la responsabilità è tutta sua e di sicuro non è tipo che si tira indietro».

(20) A Formello è finito non un ciclo, ma un’epoca. In dodici mesi se ne sono andati i tre più forti, Milinkovic prima, Luis Alberto e Immobile adesso. La vecchia Lazio non c’è più.

«Lotito ne sta creando una tutta nuova, la cui dimensione è da scoprire. Il punto tecnico più alto è rappresentato da Zaccagni e poi ci sono alcune scommesse, come quella di Castrovilli».


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(21) Anche Baroni è una scommessa? 

«No, in assoluto non lo è. La sua carriera finora aveva un solo obiettivo, salvare le squadre che allenava. Adesso le prospettive cambiano, ma la sua praticità e la sua concretezza saranno preziose nella costruzione di una squadra nuova».

(22) De Gea, Pongracic, Richardson, Colpani, Kean, in attesa di Gudmundsson: anche a Firenze, come novità, non si trattano male.

«E pensare che il giorno della presentazione Palladino aveva detto che “l’ossatura non sarebbe cambiata”. Rispetto a Italiano cambierà anche il modulo, i viola stanno passando alla difesa a tre».

(23) Quale può essere l’obiettivo di Palladino?

«Italiano ha lasciato in eredità una media di quasi 60 partite a stagione, con sei semifinali e tre finali (perse) in tre anni. A Firenze aspettano una vittoria».

(24) Ha cambiato allenatore anche il Torino.

«Da Juric a Vanoli c’è una bella differenza ma nonostante il debutto in A del tecnico i granata hanno alzato l’asticella e puntano alla Conference».

(25) Nel campionato scorso, delle tre neopromosse dalla B (Frosinone, Genoa e Cagliari), se ne sono salvate due, è retrocesso solo il Frosinone. Per Parma, Como e Venezia è un precedente incoraggiante.

«Ma lo è meno, molto meno, la triplice eliminazione al primo turno della Coppa Italia, tutte per mano di avversarie di Serie B».

(26) Che differenza c’è fra Parma, Venezia e Como?

«Il Parma ha puntato sul gruppo consolidato, mercato ristretto almeno per ora».

(27) Il Como?

«Sta percorrendo un’altra strada, è un caso molto particolare con i grandi vecchi che Fabregas ha raccolto in giro per l’Europa.

(28) Il Venezia?

«E’ ancora da decifrare e l’eliminazione col Brescia è un brutto inizio».

(29) L’anno scorso l’Empoli si è salvato all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Rischierà anche quest’anno?

«L’Empoli rischia ogni anno, però ha stabilito il suo record storico: mai, prima di ora, aveva fatto quattro campionati di Serie A di fila. Attenzione a Colombo, può essere l’anno del suo lancio definitivo».

(30) Il Lecce è andato meglio, ma ha perso Pongracic...

«Corvino non si farà sorprendere, ha sempre la soluzione in tasca».


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(31) Perché l’Udinese, dopo la salvezza conquistata, non ha confermato Cannavaro?

«Non lo sa neppure lui, Cannavaro. I friulani hanno puntato su una novità e in panchina ora c’è l’austriaco Kosta Runjaic, prelevato dal Legia Varsavia».

(32) In meno di due anni Ranieri ha portato il Cagliari in A e l’ha salvato. E’ un’eredità pesante per Nicola.

«Ma anche lui è abituato alle imprese, come a Crotone, a Salerno e ad Empoli. Luvumbo-Piccoli è una bella coppia di attaccanti».

(33) Monza e Verona hanno cambiato l’allenatore, vale lo stesso discorso fatto per Nicola: mica facile per Nesta e Zanetti rimpiazzare Palladino e Baroni.

«No, non sarà per niente facile. Nesta a Monza avrà però l’appoggio di Galliani».

(34) E Zanetti a Verona?

«Deve far dimenticare l’esonero di Empoli».

(35) La Serie A partirà senza allenatori di primo livello, allenatori scudettati in Italia e/o all’estero come Mourinho, Allegri, Pioli, Sarri e Ranieri. A questi dobbiamo aggiungere anche Ancelotti, Mancini e Spalletti che hanno scelto strade diverse dalla Serie A. Ci saranno meno idee?

«No, le idee continueranno a circolare, anche sotto la spinta di giovani allenatori che, a differenza degli anni passati, stanno trovando spazio ad alti livelli. Il riferimento è a Vanoli, Palladino, ma anche a Italiano e Thiago Motta. Mancheranno semmai l’esperienza e la capacità di trovare sempre una soluzione nei momenti più difficili».

(36) Sta prendendo sempre più spazio il sistema della difesa a tre.

«Sì, è il suo trionfo. Inter, Napoli, Atalanta, poi Genoa, Fiorentina, Empoli, Monza, Torino, Cagliari, Venezia e Udinese, più di mezza Serie A si schiererà con i tre difensori».

(37) Per ora l’acquisto più clamoroso qual è?

«Dobvyk. Un club di Serie A che strappa alla Liga spagnola il suo capocannoniere è qualcosa di sorprendente».

(38) Quale cessione renderà meno ricco il livello del campionato?

«Quella di Zirkzee al Manchester. E’ un talento formidabile che ha ancora spazio, tempo e modo per crescere. Mancherà al Bologna e a tutta la Serie A».

(39) C’è una grande scommessa?

«Ce ne sono diverse. Kean che non segna in Serie A da 829 minuti: sa che a Firenze passa il treno della sua carriera. Castrovilli che, causa infortunio, nelle ultime due stagioni sull’Arno ha giocato pochissimo: nella Lazio è atteso il suo rilancio. Zaniolo, per il quale si può fare un discorso simile a quello del suo amico Kean: se non lo raddrizza (calcisticamente parlando) Gasperini, non lo raddrizza nessuno».

(40) C’è stato un gran movimento per due ruoli, quelli più decisivi, il portiere e il centravanti.

«Cominciamo dai portieri. Sono arrivati De Gea (dopo 14 mesi di riposo assoluto...), Vasquez, Suzuki, Pepe Reina e hanno cambiato maglia Martinez, Audero, Di Gregorio, Gollini, davvero un gran movimento».


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(41) Chi ha fatto la scelta giusta?

«Nessuno convince al cento per cento, nemmeno il bravo Di Gregorio che prende il posto di un grande portiere come Szczesny».

(42) E i centravanti?

«Altro sbarco in dosi massicce: Taremi, Kean, Morata, Belotti, Retegui, Colombo, Piccoli, Dallinga, Noslin, Dovbyk e Tengstedt. Molte squadre cambieranno faccia».

(43) Su chi bisogna puntare?

«Soprattutto su Taremi e Dovbyk».

(44) Al di là dei portieri e dei centravanti, qual è l’acquisto che colpisce di più?

«Sono quelli che ancora si devono fare, come Koopmeiners alla Juventus. Può alterare gli equilibri del campionato».

(45) E fra quelli già fatti?

«Soulé alla Roma. All’Olimpico si divertiranno».

(46) Siamo al capitolo più doloroso: la Nazionale. Come ripartirà?

«Dolorosamente, ma ripartirà. Il lungo silenzio con cui Spalletti ha nascosto i suoi giorni più tormentati da quando allena sta per finire. Sarà lui a tracciare una nuova linea».

(47) Ha detto che ringiovanirà il gruppo.

«E’ inevitabile. Ci sono giocatori, come Jorginho, che hanno concluso il loro percorso in Nazionale. Vedremo però fino a che punto Spalletti riuscirà ad abbassare l’età media della squadra».

(48) Camarda può essere un’idea?

«Può essere un’idea, anche perché in attacco non avremo nemmeno Scamacca per un bel po’».

(49) Ma Spalletti rischia la panchina?

«Il 6 settembre torniamo in campo in Francia per la Nations League, tre giorni dopo giocheremo in campo neutro contro Israele, paradossalmente è proprio quest’ultima la partita che può decidere tutto: perdere con i Bleus ci sta, ma dopo l’Europeo dobbiamo temere anche Israele e un’eventuale sconfitta riaprirebbe scenari preoccupanti».

(50) Chiudiamo con gli arbitri: dopo l’addio di Orsato, come fischietto ideale meglio Guida o Doveri?

«Guida sembra un po’ più sicuro».


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(1) Avvio rapido: chi vincerà il campionato?

«L’Inter».

(2) Chi sono le sue vere rivali?

«Juventus, Napoli e Milan, ma tutte solo a certe condizioni».

(3) La Roma e l’Atalanta sono fuori dal giro?

«Sono più distanti».

(4) Ricominciamo: Inter favorita, perché?

«Strafavorita. Le ragioni sono soprattutto tecniche. Era già forte, fortissima, ora lo è di più e soprattutto è più completa. Taremi e Zielinski rendono ancora più ampie le scelte di Inzaghi. Non vorremmo esagerare, ma se l’Inter iscrivesse due squadre alla Serie A rischierebbe di arrivare prima e seconda».

(5) Quindi se non vince lo scudetto è un fallimento.

«Un vero fallimento».

(6) Juve prima rivale, ma a certe condizioni. Quali?

«Le amichevoli non sono andate bene, né come risultati, né come gioco. La squadra ha bisogno di aumentare ancora il proprio livello tecnico».

(7) Quale sarà il vero problema di Thiago Motta?

«Dovrà sperimentare un nuovo aspetto fondamentale del proprio lavoro: la gestione. Finora, nella sua breve carriera, ha allenato squadre che giocavano una partita a settimana, con la Champions le partite saranno due. Le prospettive cambiano in modo deciso, così come il lavoro di allenatore».

(8) Però gli juventini si aspettano il riscatto.

«Logico che sia così. Sono stati abituati male da Conte, Allegri 1 e Sarri, con nove scudetti di fila. Thiago dovrà reggere anche questa pressione».

(9) Seconda rivale dei campioni d’Italia: il Napoli.

«Che in Coppa Italia se l’è vista brutta. Non è stato un buon inizio, ma aspettiamo. Il problema principale per Conte è il ritardo della soluzione del caso-Osimhen. Tanto per dare un’idea, contro il Modena sono arrivati almeno quindici cross alti in area, dove c’era Raspadori...».

(10) Erano i cross per il centravanti atteso...

«I cross per Lukaku, che l’allenatore aspetta da tempo».


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