Atalanta, un pieno di orgoglio

Per un’ora, la Dea Coraggio ha tenuto testa al Gigante Real, sino a quando Bellingham l’ha risvegliato dall’alto della sua classe immensa e Valverde e Mbappé hanno steso gli avversari
Atalanta, un pieno di orgoglio© LAPRESSE
Xavier Jacobelli
3 min

L’Atalanta torna a testa alta, anzi altissima da Varsavia, dopo essersi arresa con onore alla squadra più forte del mondo, più che mai Super, come la nuova Coppa che ha vinto nella sua cinquantesima edizione, la quarantanovesima marchiata Uefa. Per un’ora, la Dea Coraggio ha tenuto testa al Gigante Real, sino a quando Bellingham l’ha risvegliato dall’alto della sua classe immensa e Valverde e Mbappé hanno steso gli avversari. Nel primo tempo, i Blancos hanno patito l’organizzazione tattica di Gasperini che ha imbrigliato il rombo offensivo ancelottiano, con Rodrygo, Mbappé, Vinicius, Bellingham frenati dalla marcatura uomo su uomo dei nerazzurri e dalla loro intraprendenza. Una traversa per parte ha legittimato la soddisfazione bergamasca per avere retto l’urto degli avversari, salvati all’inizio della ripresa dal guizzo di Courtois sul colpo di testa di Pasalic. Sembravano i prodromi di un’altra frazione equilibrata, ma quando Bellingham ha cambiato passo, l’ha cambiato tutto il Real, il cui uno due ha tramortito la Dea. L’orgoglio dei campioni dell’Europa League li ha visti reagire nel finale di partita, quando Ancelotti ha dato un nuovo saggio della sua sportività frenando lo spocchioso Carvajal che se l’era inopinatamente presa per un accidentale intervento di Lookman.

Il primo gol di Mbappé con i Blancos e l’ingresso in campo del Genio Modric hanno solennizzato il centounesimo trofeo del Real. Un grande Musso ha evitato che la sconfitta fosse più pesante. Il francese ha vinto finalmente il primo trofeo internazionale della carriera, mentre Ancelotti ha stabilito un nuovo record assoluto firmando la sesta Supercoppa madridista (la quinta personale, raggiungendo Munoz con i suoi 14 trofei madridisti); Carvajal e Modric hanno siglato i rispettivi primati personali; Florentino Perez, al quarantesimo titolo, ha staccato Santiago Bernabeu.

Lookman è stato l’ultimo ad arrendersi in un’Atalanta, senza Scalvini, senza Scamacca, senza Koopmeniers, eppure protagonista di una prova degna di essere applaudita, di fronte alla squadra più forte del mondo. Il caloroso tributo dei seimila bergamaschi presenti a Varsavia ha ricompensato l’onore e l’orgoglio dei nerazzurri. Gasperini ha avuto il merito di non snaturare né sconfessare la sua concezione di gioco, anche davanti ai Galattici e quando, nell’ultimo scorcio di partita, ha mandato in campo i due diciannovenni Palestra e Manzoni, ha riaffermato l’essenza stessa dell’Atalanta che nei suoi giovani non smetterà mai di creder e. Antonio e Luca Percassi, l’Atalanta, i suoi tifosi, hanno buoni motivi per essere orgogliosi della squadra di Gasperini. Questo Real, al momento, non ha rivali. A Varsavia hanno vinto i migliori. Ma questa Dea, alla quale i Blancos, ricambiati, hanno riservato la passerella d’onore, dalla notte di Varsavia tragga la forza per vivere una nuova stagione di gloria. Il 14 agosto 2010, la prima Atalanta di Percassi vinse in amichevole con il Foligno 3-1; il 14 agosto 2024, l’Atalanta ha giocato la finale Supercoppa Europea con il Real Madrid. E questa non è una favola.


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