Sembrava tutto fatto. Era tutto fatto, secondo i protagonisti della trattativa. Lukaku sarebbe tornato all’Inter per ricomporre la coppia d’attacco dello scudetto, una coppia da 41 gol. E all’Inter, al posto di Dzeko, avrebbe trovato un altro gigante come Thuram. Da una coppia a un trio, Lukaku, Lautaro e Thuram, gli interisti sognavano a occhi aperti. Sappiamo invece come è andata, Lukaku si è tuffato fra le braccia di Mourinho e quando ha rimesso piede a San Siro, con la maglia della Roma sulle spalle, è stato sepolto di fischi. Ma Inzaghi non si è scoraggiato, anzi. Partendo da una perdita (quella del belga) ha fatto esplodere un’altra coppia. Oggi Marcus Thuram è uno degli acquisti più azzeccati del mercato estivo, difficile immaginarne lo stesso rendimento con le stesse cifre se alla Pinetina ci fosse stato anche Lukaku. Probabilmente avrebbero diviso in tre quello che l’argentino e il francese sono stati capaci di realizzare in due, ovvero 27 gol dopo 22 partite, anche se, ovviamente, la terza punta di oggi, Marko Arnautovic, non si può paragonare con l’eventuale terza punta che Inzaghi avrebbe scelto fra Lukaku e Thuram. Nell’anno dello scudetto, a questo punto del campionato, Romelu e Lautaro erano arrivati alla stessa identica quota della coppia di oggi: 27 gol.
La fortuna è Lautaro
Lukaku e Thuram hanno avuto lo stesso impatto nell’Inter e anche la stessa fortuna: la presenza di Lautaro Martinez, l’attaccante capace di incollarsi, esaltandone le doti, a ogni tipo di partner. Quando c’era il belga, faceva la seconda punta. Col francese, fa la prima e la seconda punta, finalizza (come pochi, anzi, come nessuno quest’anno) e ricuce. La grandezza di questo giocatore sta nei dati, ha sempre segnato tanto e tanto ha fatto segnare ai suoi compagni di reparto. Sono l’ intelligenza calcistica, la tecnica e l’intuito di cui dispone in dosi abbondanti a permettere a chi gli sta accanto di alzare sempre il proprio rendimento. Ma se si esclude la parentesi non proprio fortunata al Chelsea, di sicuro Lukaku non può lamentarsi della qualità dei suoi rifornitori ufficiali. È passato da un argentino all’altro, da Lautaro a Dybala. Siamo ai livelli più alti e con giocatori del genere l’intesa è immediata.
Le cifre di Thuram e Lukaku
I numeri avvicinano Romelu e Marcus. Il belga ha segnato nove gol, sono otto per il francese che ha giocato un po’ meno (1.695 minuti contro 1.721) ma ha piazzato un numero incredibile di assist, 7 a 1. Ecco un altro punto interessante a conferma delle doti di Lautaro. Nel campionato dello scudetto nerazzurro, Lukaku mise a referto anche 10 assist, lo stesso numero dell’argentino, erano uno per l’altro e tutt’e due per la squadra. In questo campionato, quasi la stessa situazione, 7 assist per Thuram, 4 per Lautaro.
Le differenze
Lukaku e Thuram sono due armadi a quattro ante. Altezza 191 centimetri e peso 94 chili per il belga, altezza 192 centimetri e peso 90 chili per il francese. Farci a sportellate non è piacevole per nessun difensore, nemmeno per i più massicci. Sullo scatto breve, diciamo il primo spunto, si fa preferire il francese, sulla progressione il belga. Sulla tecnica nessuno dei due sale al piano più alto, il piano dei loro partner attuali per intendersi, ma la consistenza in area di rigore è identica. Su Lukaku si può appoggiare il gioco, su Thuram un po’ meno. Domani pomeriggio Roma-Inter girerà anche e soprattutto intorno a quei due, o meglio, intorno a quei quattro, il belga con Dybala, il francese con Lautaro Martinez. La voglia di prendersi una rivincita per Lukaku, la voglia di confermarsi per Thuram, la voglia di salire ancora nella classifica dei cannonieri per tutt’e due.