Inter
Testa e cuore, senza eccedere con le pressioni. Serenità e tranquillità da trasmettere allo spogliatoio. Simone oggi in conferenza manterrà un profilo basso, ma sta preparando il derby d’Italia come se si trattasse di una finale. Alzare un trofeo nella partita secca è la specialità preferita di casa Inzaghi. Lo stato di forma del gruppo è eccellente. L’Inter sembra in leggero vantaggio, di corto muso, rispetto alla Juve. Uno per uno, ecco come si presenteranno a San Siro gli undici probabili titolari dell’Inter.
Quel pugno in uscita (e da rigore) su Nzola è forse l’unica sbavatura nell’ultimo periodo. Per lo svizzero 50 parate, solo 10 gol subìti in campionato, ben 550 passaggi positivi: una certezza nella costruzione dal basso.
Pavard
Sembra l’acquisto del 2024, dopo l’infortunio alla rotula è in crescita esponenziale e partecipa di più al gioco.
Acerbi
Uno stakanovista come il Leone arriva riposato al duello con Lautaro. A Firenze è entrato nell’ultima mezz’ora. Si muoverà da centrale, non da mezzo-sinistro come allo Stadium.
Bastoni
Panchina nella finale di Riyad, 60 minuti a Firenze e il cambio dopo il giallo. Serviranno i suoi raid offensivi e il solito tempismo in difesa. Saltò, come Pavard, la sfida d’andata.
Darmian
Quel pallone in profondità per Thuram, nell’azione che ha preceduto l’angolo per il gol di Lautaro alla Fiorentina, era un assist da numero 10. Continuità e affidabilità.
Barella
Così fresco non era mai stato. Ha scontato la squalifica, anche a Riyad non aveva giocato a tempo pieno. Palloni recuperati (98), passaggi positivi (929), cross (27) e occasioni create (23). E’ il centrocampista più completo. Deve osare di più al tiro, la Juve concede dalla distanza.
Calhanoglu
A Firenze non c’era, come Barella. Il turco da regista ha elevato il livello dell’Inter: 113 palloni recuperati da inizio campionato dimostrano l’interdizione; 1155 passaggi riusciti, 33 occasioni create e 18 tiri totali testimoniano la qualità offensiva.
Mkhitaryan
Inserimento, regia di sostegno, ultimo passaggio. Sa fare tutto. Tolto Sommer, da inizio stagione l’armeno è il giocatore di movimento che Inzaghi ha tenuto più di tutti in campo. Impossibile rinunciare alla sua intelligenza calcistica.
Dimarco
Al Franchi è stato risparmiato, ma arriva al top, come ha certificato la Supercoppa. Il duello con Cambiaso e McKennie può indirizzare la partita. Occhio al suo sinistro, Szczesny dalla distanza farà bene a guardarlo, non solo quando crossa.
Lautaro Martinez
Segna con una regolarità impressionante, 5 gol nelle ultime 5 partite, 19 in campionato: sa tirare, rifinire l’azione, ispirare il contropiede e decidere in area. E’ un Toro super.
Thuram
Le capacità di “allungare” l’Inter sotto pressione e di duettare con Lautaro sono state decisive a Firenze come allo Stadium con la Juve nel girone d’andata. La difesa bianconera vedrete, tenterà di anticiparlo e di non farlo girare.
Juventus
Max ha alzato lo sguardo e ha invitato la Juve a non mollare: usa la frusta come il fantino quando il cavallo entra in dirittura d’arrivo. Era complicato creare l’occasione e arrivare alla pari con l’Inter dopo 22 giornate, ora può succedere di tutto. Il pari con l’Empoli non ha cambiato piani e pensieri. Lo stato di forma, togliendo Rabiot e Chiesa al rientro, è quasi lo stesso dell’Inter, appena un filo sotto. Stanno tutti bene. Uno per uno, ecco come si presenteranno a San Siro gli undici probabili titolari della Juve.
Szczesny
Forse era coperto da Locatelli, forse Baldanzi lo ha fregato, qualche dubbio sull’ultimo gol preso è nato anche se quella palla nell’angolo era complicata. Il polacco gioca meno (386 passaggi) di Sommer con i piedi, ma è una sicurezza sulle prese alte (20): 47 parate e 12 gol subìti (1 con Perin tra i pali) lo pongono alla pari dell’interista.
Gatti
Feroce e veloce, pericoloso nel gioco aereo, si fa perdonare qualche imprecisione di palleggio. Lautaro, allo Stadium, lo ingannò con un contromovimento.
Bremer
Lo scudo della Juve: 87 respinte difensive, 50 di testa, 113 palloni recuperati da inizio campionato. Numeri da fenomeno.
Danilo
La panchina con l’Empoli gli ha permesso di rifiatare. Era in diffida e Allegri non voleva perderlo come all’andata. Ha l’esperienza giusta per partite così delicate.
Cambiaso
Esterno in fase difensiva, mezzala quando la Juve attacca. Ha il piede sinistro educato e possiede intelligenza calcistica da vendere. Si spiegano facilmente l’interesse del Real Madrid e la stima del ct Spalletti.
Mckennie
Corre e non si ferma mai, anche quando viene toccato duro. Anima e cuore. Funziona bene l’intesa con Cambiaso. Dovrà occuparsi di Mkhitaryan o forse Max gli chiederà di andare a mordere in pressing Bastoni.
Locatelli
Regista da bosco e da riviera. Eccelle nell’interdizione e nel lancio, ordinato ma non rapidissimo nel fraseggio corto. Le partite “fisiche” lo favoriscono.
Rabiot
I dolori al polpaccio lo hanno tenuto fuori per due settimane. Max lo ha risparmiato per San Siro: dalla risposta del francese passerà molto del destino bianconero.
Kostic
Dal punto di vista tattico, sbaglia poco e copre molto. Più terzino nella linea difensiva a cinque che ala d’assalto, ma l’aria di San Siro lo stimola e forse gli ricorderà il gol decisivo di un anno fa. Non sono pochi 71 cross.
Vlahovic
Arriva lanciatissimo al Derby d’Italia e nello stesso modo di Lautaro: 6 gol nelle ultime 4 partite di campionato. Sabato, dopo il rosso a Milik, ha provato a caricarsi la Juve sulla spalle. Era indemoniato. Sinistro caldissimo, come ha fatto vedere con il Sassuolo, segnando due volte dalla distanza.
Yildiz
Ogni tanto Max mette i giovani al tondino, come si dice nell’ippica, a rifiatare. La panchina con l’Empoli, dopo 6 partite da titolare sulle ultime 7, gli ha fatto bene. A San Siro, il turco dovrà garantire sessanta minuti di di fantasia.