Lazio-Inter, doppio incrocio all'Olimpico

Il big match di Roma è il primo spartiacque della stagione: comincia la rincorsa Champions dei biancocelesti o la fuga scudetto dei nerazzurri
Xavier Jacobelli
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Roma, Stadio Olimpico, qui comincia la fuga scudetto dell’Inter o la rincorsa della Lazio verso la zona Champions. Tertium non datur. Il pareggio della Juve a Marassi offre a Inzaghi due risultati su tre: se pareggia, raddoppia il vantaggio su Allegri; se vince, sale a +4. La sconfitta di Madrid non ha impedito alla Lazio di qualificarsi agli ottavi di finale della Champions League, anche se domani dall’urna di Nyon potrà uscire di tutto, considerate quali avversarie abbiano vinto i gironi. Tuttavia, per Sarri e per i biancocelesti, conta solo e soltanto l’oggi. Nonostante le montagne russe che hanno visto la Lazio andare su e giù nelle prime quindici giornate di campionato, il quarto posto continua a non essere irraggiungibile, considerata la bagarre in corso. Senza dimenticare che, se a fine stagione l’Italia occuperà il primo o il secondo posto nel ranking Uefa, avrà diritto a schierare una quinta squadra nella prossima edizione del massimo torneo continentale. Però, che la Lazio si svegli: 6 vittorie, 3 pareggi, 6 sconfitte,16 gol fatti e 16 subiti sono un bilancio velleitario che fa a pugni con qualunque ambizione europea.

Lazio, contro l'Inter devi suonare un'altra musica

Nessuno misconosce il valore dell’ingresso fra le sedici migliori squadre della Champions, ma in campionato i sarriani devono suonare un’altra musica. Anche se si para davanti a loro la capolista che viaggia a una media siderale (2,53 punti a partita), quasi pari a quella del Super Napoli spallettiano che, un anno fa, contava 41 punti (media 2,73), otto più del Milan e undici più della stessa Lazio, oggi a -9 rispetto ai primi quindici turni dell’ultimo torneo. L’Inter vanta il miglior attacco (37 gol, di cui 14 firmati Lautaro e 6 Thuram) e la miglior difesa; alla Lazio mancano tanto i gol di Immobile e Castellanos, sebbene il capitano goda di ampie attenuanti per via dei problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento in campionato (14 presenze e 4 gol), mentre in Champions ha segnato reti decisive (3 in 6 partite) che hanno fruttato il passaggio del turno. Castellanos, invece, al suo attivo ha un solo gol fra Italia ed Europa. 

Inter, obiettivo seconda stella

Ha acutamente osservato Daniele Rindone ieri sul Corriere dello Sport-Stadio: la Lazio dell’anno scorso è passata alla storia per i gol fatti, la Lazio di quest’anno sta passando alla storia per i gol non fatti, andando al tiro, in media, ogni 47 passaggi. Non bene. E registrare il 532,8% di possesso palla non serve a nulla, se poi segni con il contagocce. L’Inter, invece, è una schiacciasassi: realizza 2,47 gol a partita e, in Europa, solo Bayern, Bayer e Psg hanno fatto meglio sino a questo momento. Inoltre, è fattore di mera consolazione statistica sapere come, da cinque anni, i nerazzurri non vincano all’Olimpico e, contro di loro, le squadre di Sarri non abbiamo mai perso in casa. Inzaghi, già negli ottavi di Champions con due turni di anticipo, ha dosato gli sforzi dei suoi affrontando la Real Sociedad e si è pure beccato critiche superficiali e ingenerose per avere impiegato part time Barella e Lautaro. Come se anche i muri di San Siro non sapessero che la seconda stella è un obiettivo talmente importante per l’Inter da imporre un sistematico turn over che Simone osserva con criterio quasi scientifico. I risultati si vedono. 


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