Allegri, lo Special One a zero

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Allegri, lo Special One a zero© Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Sabato, tra le poche - o tante - cose dette da Allegri in conferenza stampa, la più trascurabile riguardava probabilmente quella su Fabio Miretti che, impiegato nuovamente tra le linee, «deve imparare a fare gol». Max avrebbe dovuto aggiungere «in serie A», visto che in Primavera il giovane centrocampista di reti ne segnava una dozzina a stagione.  

Oltre a essere un ragazzo con la testa a posto, Miretti è anche particolarmente ricettivo. Tant’è che ha subito obbedito mettendo dopo 10 minuti la squadra nella condizione di fare la partita che Max aveva studiato e che è maggiormente nelle corde della Juve.  Anche la scelta di confermare Kean al centro dell’attacco rientrava nel piano iniziale, quella la direzione voluta: Moise, in totale fiducia e alla quinta presenza di fila, per lui un primato, è al momento la punta più convincente della Juve per dinamismo, protezione del pallone e ricerca della verticalità. 

Tutto il primo tempo è vissuto sulla pressione anche lucida della Fiorentina (Nico l’ispiratore) e sulle coperture garantite alla difesa da Locatelli, McKennie e Rabiot. Nella ripresa il tema non è cambiato, limitate ancorché pericolose le ripartenze bianconere. Con il quarto 1-0 nelle ultime sei giornate (Lecce, Milan, Verona e, appunto, Fiorentina), Allegri ha mostrato una volta di più l’identità di questa Juve capace di ricavare il massimo da prestazioni sofferte ma di notevole attenzione, compattezza e sacrificio. 

Ora risulta deciso il miglioramento in termini di punti rispetto all’autunno ‘22 (+7), per non parlare di quello del ritorno del tecnico a Torino (+11). Max è al 17esimo 1-0 in due anni e un po’. La Fiorentina avrebbe meritato il pari per il volume di gioco espresso, oltre che per il numero di tentativi effettuati. Ma per Italiano l’insoddisfacente distanza tra spesa (energetica) e resa non è una novità.

Ranieri, intuizioni per l’uso

Sotto di due gol col Frosinone, Claudio Ranieri, 72 anni, 73 di calcio, decide alcuni cambi: prima inserisce Pavoletti, poi - subìto il terzo - Oristanio. Risultato, doppietta e assist del Pavoloso, gol di Oristanio e 4-3 finale. Una tripla botta di culo, certamente un caso. Attenzione, però: pochi giorni dopo al Friuli, in coppa Italia, sull’1-0 per l’Udinese, il Maestro butta dentro prima Viola e poi Lapadula. Indovinate chi firma il successo? Viola e Lapadula. Primi sospetti di magia bianca. Ieri, col Cagliari bloccato dal Genoa, fa alzare dalla panchina Viola, Zappa e Petagna. Segnano Viola e Zappa e l’assist naturalmente è di Petagna. Ranieri ribalta l’assunto di Oliver Wendell Holmes per il quale «l’intuizione di un istante vale una vita di esperienza». 


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